Infermieri «talpa» negli ospedali
3 patteggiamenti da 4 mesi a 2 anni

Prime sentenze venerdì 31 ottobre davanti al giudice dell’udienza preliminare Giovanni Petillo nell’ambito dell’inchiesta sui carabinieri di Zogno e gli infermieri «talpa» di alcuni ospedali.

Si tratta di tre patteggiamenti, chiesti e ottenuti da una infermiera e da due privati cittadini, tutti con il beneficio della sospensione condizionale della pena, oltre a una richiesta di oblazione (cioè chiudere col pagamento di una sanzione la questione). Nella prossima udienza, il 14 novembre, verrà definita la posizione degli 11 imputati che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato , mentre il 28 novembre sarà la volta delle altre 28 posizioni, per l’eventuale rinvio a giudizio.

Venerdì ha scelto di patteggiare due anni di reclusione per peculato e divulgazione di notizie d’ufficio M. M., infermiera di 62 anni in servizio al Pronto soccorso di Seriate: per l’accusa avrebbe ricevuto 100 euro al mese per rivelare a una società di consulenze in materia infortunistica (la Cis di Bergamo) nomi e indirizzi di persone coinvolte in incidenti stradali. Venti mesi la condanna patteggiata da R. S., 63 anni di Bergamo, accusato di aver fornito alla stessa società dati di persone coinvolte in incidenti, ottenuti illegalmente; quattro mesi la pena patteggiata da un altro cittadino, accusato di favoreggiamento: vittima di un incidente, aveva negato di essere stato contattato dalla Cis.

Buona parte delle contestazioni mosse dal pm Franco Bettini nell’inchiesta (che aveva travolto la compagnia di Zogno con ben 20 militari indagati e diversi infermieri di strutture ospedaliere della provincia), in effetti, sono di questo tenore: da un lato la divulgazione di segreti d’ufficio (che è reato sia per chi li fornisce che per chi li ottiene), dall’altro i reati di truffa, peculato, corruzione, falso e omessa denuncia, contestati a vario titolo.

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