Istituto Palazzolo, la cataratta si opera con l’acqua

Ultrasuoni addio, ora la cataratta si opera con l’acqua. Apripista in Bergamasca di questa nuova tecnica già ampiamente in uso negli Stati Uniti, è l’Istituto Beato Palazzolo di via San Bernardino dove l’aqualaser - così si chiama lo strumento necessario per intervenire sull’occhio malato - funziona a pieno regime e con ottimi risultati già dall’inizio di settembre, ridando piena «trasparenza» alla vista. La cataratta, infatti, consiste nell’opacizzazione di un’importantissima lente che si trova nell’occhio, il cristallino, l’elemento cioè che contribuisce a mettere a fuoco le immagini sulla retina. Se fino ad oggi il cristallino opacizzato viene frammentato dagli ultrasuoni e poi aspirato adesso, invece, è l’acqua a emulsionare, a liquefare la cataratta prima di essere aspirata.Più che di acqua si tratta di una soluzione fisiologica sterile che, attraverso un microgetto puntato sul cristallino da operare, lo riduce in poltiglia che poi si aspira senza problemi. Rispetto all’intervento con gli ultrasuoni, i vantaggi sono sostanzialmente di due tipi: un minor traumatismo (anche perché l’incisione da effettuare è più piccola) e, di conseguenza, una maggior velocità nel recupero della funzione visiva. Restano invece invariati i tempi di esecuzione dell’intervento, effettuato in regime di day surgery (rimanendo in ospedale dalla prima mattina fino al pomeriggio) con una semplice anestesia locale.

(12/10/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA