I finanzieri della Compagnia di Bergamo hanno scoperto una consistente evasione fiscale realizzata da un gruppo di società edili, operanti nella Bassa Bergamasca ma con sede fittizia in provincia di Reggio Calabria. L’attività di servizio ha avuto origine da una verifica fiscale nei confronti di una di queste società. Nell’occasione è stato rilevata l’esistenza di un numeroso gruppo di dipendenti che, in massa, è stato fatto transitare da una società ad un’altra collegata e, da questa, verso un’altra ancora. Gli approfondimenti su tutte le società interessate da questo flusso hanno permesso di accertare che le stesse erano di fatto amministrate dalle stesse persone e che tutte, al termine di ciascun anno d’imposta, evidenziavano consistenti crediti IVA. Questi ultimi sono stati successivamente utilizzati per compensare il pagamento di ritenute e contributi di oltre 300 lavoratori dipendenti.Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Bergamo, sono state eseguite perquisizioni delle aziende ed ulteriori accertamenti che hanno consentito di stabilire che le società sono state costituite in provincia di Bergamo ed intestate a soggetti che, di fatto, non si sono interessati della loro gestione e hanno svolto la mera funzione di “prestanome”. Gli amministratori di fatto, assistiti da un commercialista di Milano, hanno presentato al Fisco dichiarazioni infedeli, dalle quali risultavano crediti IVA assolutamente inesistenti, utilizzati, come già detto, per la compensazione delle ritenute e dei contributi. La documentazione che avrebbe dovuto dimostrare l’esistenza di tali crediti è stata fatta sparire e, dopo un periodo normalmente di due anni, la sede è stata, solo fittiziamente, spostata nella provincia di Reggio Calabria, così da rendere ancora più difficoltosi la ricostruzione dell’illecita procedura ed i controlli degli organi competenti.Al termine del servizio, sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 11 persone, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata all’omessa presentazione delle dichiarazioni, all’occultamento della documentazione contabile ed alla presentazione di dichiarazioni infedeli mediante indicazione di costi fittizi. Sul piano amministrativo, sono state invece segnalate all’Agenzia delle Entrate somme per oltre 50 milioni di euro da assoggettare a tassazione ai fini delle imposte dirette, violazioni all’IVA per oltre 9 milioni di euro e contributi non versati per più di 3 milioni di euro.(17/09/2008)
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