La Provincia cerca una nuova casa

Via Tasso vuole unificare gli uffici sparsi in varie zone. Bettoni: «Ora paghiamo 500 mila euro di affitti» Tra le ipotesi una sede nuova allo scalo merci, ma anche il recupero del Centro servizi delle Finanze

La Provincia cerca casa. O meglio una casa sola. Perché ora come ora gli uffici sono sparsi in più sedi, alcune di proprietà e altre in affitto. Nel palazzo di via Sora già della San Paolo (e acquistato tra fior di polemiche dalla Giunta Cappelluzzo), ma anche in via Fratelli Calvi, in Borgo Santa Caterina e in passaggio Canonici Lateranensi (palazzo Pam).

Morale? «Cinquecentomila euro di affitti all’anno: soldi buttati via», taglia corto il presidente Valerio Bettoni. Un tema non nuovo, in verità, visto che già quattro anni orsono Via Tasso cercò di unificare gli uffici trattando l’acquisto dell’ex sede San Paolo di via dei Caniana, dove poi è finita l’Università. Fatto sta che il problema si ripropone ciclicamente, e questa volta la soluzione più a portata di mano sembrerebbe quella dell’area attualmente occupata dallo scalo merci: Porta sud, per intenderci.

«Martedì durante la sua visita a Bergamo, Elio Catania, presidente delle Ferrovie, si è detto disponibile a lasciare le aree da qui ad un anno. Se fosse così sarebbe perfetto...», spiega Bettoni. Perché in quell’area sarebbero effettivamente previsti i nuovi uffici di Comune e Provincia, ma anche dell’ex Provveditorato agli studi. «Solo che in questi casi, e visti i precedenti, preferisco essere un po’ scettico e cominciare a guardarmi intorno, soprattutto se le cose dovessero andare per le lunghe».

E stabilito che la Provincia conferma la propria disponibilità ad entrare in Porta Sud (dove già ci sono Comune, Ferrovie e Camera di Commercio), una soluzione che piace è il Centro servizi delle Finanze, al confine tra Bergamo e Azzano San Paolo. Il Moloch di cemento costruito per accogliere le dichiarazioni dei redditi della Lombardia e abbandonato ancor prima della conclusione dei lavori. Un giocattolino da 127 mila metri cubi, lasciato al suo destino dal 1994 e costato la bellezza di 100 miliardi di vecchie lire. Una vergogna? No, di più.

(21/07/2005)

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