L’addio di Ponteranica al sub
«La luce di Dio ci fa superare il buio»

Si sono svolti in un clima di tristezza, dolore e grande partecipazione, lunedì 5 gennaio, i funerali di Lorenzo Canini, il sub morto sabato 3 a Tavernola per essere rimasto impigliato in una rete abusiva a 32 metri di profondità nel lago d’Iseo.

Nonostante il prodigarsi di Fabio Bozzato, il compagno d’immersione che era con lui e che ha tentato di salvarlo lasciandogli anche le sue bombole, e lo spiegamento di forze, non è stato possibile salvare la vita del 39enne che era un sub esperto e molto appassionato.

Ora è caccia a chi ha posato le reti killer. Ma lunedì non è stato il giorno delle polemiche o del risentimento, è stato il giorno dell’ultimo saluto a Lorenzo e la chiesa parrocchiale di Ponteranica era gremita per l’addio. Presenti anche familiari e amici di Villa d’Ogna, il paese d’origine del 39enne che si era trasferito da qualche anno a Ponteranica, dove viveva con la moglie Paola Martinelli e il piccolo Carlo di tre anni e mezzo.

A presiedere la messa il parroco di Ponteranica, don Sergio Scotti, e con lui c’erano don Riccardo Bigoni, parroco di Villa d’Ogna, monsignor Giuliano Borlini, arciprete di Clusone, don Flavio Rosa, parroco della Ramera, e padre Arduino Rossi, un saveriano. Lorenzo Canini era una persona solare, che amava molto la vita.

Nella sua omelia, don Scotti ha sottolineato il dolore di tutti e di come sia difficile credere, avere fede, quando avvengono tragedie del genere che sembrano inspiegabili e assurde. «Ma è la luce del Signore che ci aiuta a superare il buio e a far nascere nuove speranze».

Sull’altare è intervenuto il cugino Daniele che ha ribadito quanto Lorenzo amasse la vita e viverla insieme ai suoi amici e ai suoi familiari che lo ricorderanno per sempre. La salma di Lorenzo è stata tumulata nel cimitero di Ponteranica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA