«L’aveva già aggredita 24 ore prima del delitto»

Da quando, nel 2006, Anacleto Roncalli e Nataliya Holovko – che tutti chiamavano Natasha – si erano separati, l’ex idraulico non le dava più pace. «Le ha mandato varie lettere con minacce, le ha scritto degli insulti sulla facciata della casa, ha tentato di investirla – racconta una conoscente della donna che preferisce mantenere l’anonimato –. Le ha portato via il passaporto, si è introdotto abusivamente nella sua abitazione. La aspettava sotto casa o fuori dall’abitazione dove lavorava come colf». L’ultima aggressione di Roncalli all’ex moglie risale al giorno prima dell’omicidio. Mercoledì mattina, alle 11,30, il pensionato di Villa d’Adda si era presentato fuori dall’appartamento di Bergamo dove Natalyia lavorava e l’aveva aggredita: l’ucraina era riuscita a sfuggirgli e a rifugiarsi in casa dei suoi datori di lavoro, una coppia di anziani. «Probabilmente avrebbe denunciato quell’episodio oggi – aggiunge la conoscente –: lui le rendeva la vita impossibile. Natasha mi aveva confidato che lui sospettava avesse altri uomini. Ma lei proprio non ne voleva sapere. Così lui si era addirittura messo in testa che avesse un rapporto con una donna, proprio Alla, ma anche questo non era vero: semplicemente l’amica le era stata vicina nel momento del bisogno e l’aveva tenuta lontana dalle violenze di lui. "Dopo questo rapporto non voglio più saperne di stare con qualcuno", mi aveva recentemente confidato Natasha». «In Ucraina – prosegue –, ottenuto il diploma di maestra elementare, Natasha aveva avuto momenti difficili: faceva l’ambulante ma le avevano bruciato il magazzino, così dieci anni fa aveva scelto di venire in Italia e rifarsi una vita. A Milano, dove inizialmente lavorava, aveva conosciuto Roncalli, con il quale si era poi sposata. Ma le cose tra i due non andavano bene e due anni fa si erano lasciati: tra l’altro era stato lui a buttarla fuori casa. Così si era trasferita nel bilocale di via Cadipassere, dove viveva con il figlio sedicenne Nikita avuto dal precedente marito. Il secondo figlio, Alexander, 21 anni, è militare in Ucraina». Prosegue la conoscente: «Qui in Italia si è sempre data da fare lavorando come colf. Ma nell’ultimo anno e mezzo la sua vita era un inferno, lui era diventato un tormento. Lei era una donna molto bella e lui estremamente geloso». Ogni tentativo della donna di avere una nuova relazione pare si scontrasse con la gelosia dell’ex marito: «Siamo usciti qualche volta – racconta un amico della vittima – ma quell’uomo era gelosissimo. Se una sera andavamo al bar, per esempio, all’improvviso compariva lui e la minacciava. Così alla fine non ci siamo più visti». Anche Roncalli ha due figli – entrambi sposati – avuti dalla prima moglie, deceduta anni fa. Il colonnello Roberto Tortorella, comandante provinciale dell’Arma – che ieri si è recato a Locatello dopo il delitto – ha confermato che il pensionato aveva già tentato più volte di uccidere l’ex moglie. E in più occasioni aveva minacciato anche Alla. «Conoscevo Nataliya perché mi era stata presentata da Alla e alcune volte aveva portato il suo cagnolino da noi quando era fuori casa – racconta Bruno Locarini, convivente di Alla a Locatello –. So che quell’uomo aveva minacciato Alla, da lui accusata di aver consigliato l’amica di lasciare il marito. Nessuno ha dato dato peso a queste minacce, che invece quell’uomo ha concretizzato». (18/09/2008)

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