«Salotto urbano? «Non ora i negozi sono in piena crisi»

«Un grande salotto nel centro città? Magari. Per ora però rischiamo solo di trovarci con un grosso stanzone. E senza arredi per di più». Se Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo, condivide sulla carta il «manifesto» lanciato da Confesercenti Bergamo, aggiunge però che «il tasto “parole” non c’è tra quelli che fanno aprire il registratore di cassa. E qui il problema principale è soprattutto che i conti non tornano con le belle frasi».In associazione una pioggia di telefonate ogni giorno arrivano con i commercianti che si sentono stritolati tra calo degli acquisti, spese alle stelle, Ztl e lavori in corso. «Il tessuto commerciale cittadino – spiega Malvestiti – è fatto soprattutto di negozi di vicinato a gestione familiare. In questo momento, e lo dico anche per la mia diretta esperienza dietro il bancone, stiamo perdendo rispetto all’anno scorso tra il 15 e il 20% al registratore di cassa in qualsiasi settore merceologico. Si parla di negozi che non riescono più a mantenere i loro dipendenti e a far quadrare i conti tra carovita e crisi economica. Stiamo parlando di una situazione che non era così nera da 40 anni a questa parte. Con questi chiari di luna bisogna innanzitutto dare risposte concrete alla crisi e in un secondo tempo costruire un progetto condiviso che vada in direzione di un centro vitale in tutti i sensi».La proposta di ConfesercentiProprio il presidente di Confesercenti Bergamo, Giorgio Ambrosioni, ha infatti rilanciato l’idea di un salotto urbano su modello europeo, un luogo pensato soprattutto per socializzare con tempi lenti, spazi per l’aggregazione, facile accessibilità con la creazione di un’isola pedonale, più fruibile e invitante anche per lo shopping. Una città vivibile di giorno ma anche di sera, in cui il centro assuma un ruolo aggregativo forte proprio in un momento in cui gli sviluppi del Pgt vedono una Bergamo che si allarga lungo l’asse di Porta Sud. Un invito aperto ad associazioni di categoria, ma anche singoli commercianti e amministrazione a contribuire ciascuno secondo le proprie competenze a una città viva e vivibile. «Sui principi siamo tutti d’accordo – spiega Paolo Malvestiti –: stiamo lavorando tutti da tempo nella stessa direzione. Ma purtroppo la congiuntura economica mette sotto forte stress il commercio e non possiamo in questo momento pensare al salotto urbano del centro, quando rischiamo di trovarci piuttosto uno stanzone, magari senza auto, ma anche senza arredi, cioè negozi e negozianti. Una volta in associazione avevamo la lista d’attesa degli esercizi commerciali che aprivano, adesso registriamo continue chiusure. Sarà un fine anno con dei bilanci davvero negativi. Non si può prescindere dalla situazione di fatto».Accessibilità rapida al centro«Ancora una volta – spiega Malvestiti, raccogliendo le tante telefonate e lettere dei commercianti pressati dalle difficoltà economiche – bisogna fare di tutto per accompagnare in primis i negozi in questa delicata situazione di crisi, che ci auguriamo termini al più presto. In questa direzione sono apprezzabili gli interventi della Regione per rilanciare il commercio con gli aiuti ai distretti del commercio, ma anche l’iniziativa della Camera di commercio di proporre sostegni al credito. Con il Comune si deve proseguire in un lavoro concertato in cui si pensi a rendere al massimo accessibile il centro urbano. Ztl, isole pedonali, sono tutte proposte da tenere in considerazione purché il sistema dei parcheggi, i collegamenti con mezzi pubblici, la gestione del traffico rendano agile l’accesso al centro. La fluidità e velocità di accesso garantiscono che chi viene da fuori Bergamo pensi comunque al centro città e non solo al centro commerciale come luogo per fare gli acquisti».E anche ai commercianti è chiesto di fare la loro parte, uscendo dal guscio per lavorare in sinergia. In questo sia per Confesercenti che per Ascom la sfida del distretto commerciale è centrale. «Per quanto riguarda i commercianti la voglia di partecipare al progetto dei distretti commerciali c’è – spiega Roberto Ghidotti, responsabile delle relazioni con le Amministrazioni comunali per Ascom Bergamo al lavoro con Palafrizzoni sul bando regionale delle isole dello shopping –: sono un’ottantina i negozi che hanno fatto le loro proposte di restyling. Adesso bisogna lavorare con forza per costituire un consorzio con un manager di distretto capace di coordinare tutte le azioni di rilancio del centro città e di interfacciarsi con le istituzioni. Non rinunciare agli investimenti e al lavoro di équipe è fondamentale».«Puntiamo sulla qualità dei negozi»«Oltre che puntare sulla professionalità – conclude Oscar Fusini, responsabile dell’area istituzionale per Ascom Bergamo –. I nostri negozi hanno storia e qualità alle spalle e questa deve diventare la loro chiave vincente. Allo stesso tempo è importante continuare a pensare il centro come luogo di cultura e di arte, in cui promuovere eventi ma non a spot ma con una certa programmazione».(09/11/2008)

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