L’autunno a Velturno
capitale delle castagne

Cominciamo dal castello. Vale da solo una visita a Velturno, in Valle Isarco, a due passi da Bressanone. Siamo nel cuore dell’Alto Adige, nell’autunno che vede protagoniste mele e castagne, tra prati e boschi che si colorano di arancione.

Velturno è per certi versi la «capitale» delle castagne, circondato da masi che propongono, in questa stagione, specialità tipiche – canederli, zuppe, salsiccia, crauti – e soprattutto castagne e vino nuovo, per onorare la tradizione del Törggelen, vero «must» anche per i turisti.

Ma per prima cosa, a Velturno bisogna visitare il castello, lo Schloss Velthurns, già residenza estiva dei vescovi principi di Bressanone. Si tratta di un edificio risalente al tardo XVI secolo e rimasto sorprendentemente intatto. Dall’esterno colpisce l’aspetto massiccio, elegante dell’intero complesso che comprende il corpo principale, l’abitazione del custode, i giardini… Ma è l’interno che rivela il tesoro inaspettato. Saloni, pitture parietali, soffitti in legno, boiserie e soprattutto intarsi di una bellezza difficile da ritrovare altrove. Il palazzo, che negli anni ha avuto una storia molto articolata ed è stato adibito anche a funzioni molto diverse, come scuola e nido per bambini, restituisce ancora oggi il senso dell’antico splendore, della nobiltà dei suoi proprietari, della solennità e della maestria degli artigiani che vi hanno lavorato. Il custode propone delle visite guidate approfondite e interessanti per immergersi nell’arte, nella storia e nelle tradizioni del posto.

E a proposito di tradizioni, Velturno in autunno, tra ottobre e la fine di novembre, è immerso in quelle legate alle castagne, con tutta una serie di iniziative e feste che coinvolgono l’intero paese tra mercato, degustazioni, spettacoli. Per chi ama muoversi è d’obbligo incamminarsi sul «Sentiero delle castagne» (Keschtnweg), percorso di una sessantina di chilometri, da fare in più tappe, che da Novacella, dove c’è la famosa abbazia, a due passi da Bressanone, porta addirittura fino a Bolzano.

Da Velturno, con una camminata piacevole, si può arrivare fino a Chiusa, passando dal convento di Sabiona, altra “chicca” della Valle Isarco (ma si può anche prendere la strada per Novacella…). Senza dimenticare di fermarsi nella stube di uno dei masi che si incontrano sulla strada e che aprono le porte ai chi vuole assaggiare le specialità locali.

Törggelen è la «parola d’ordine»: l’antica tradizione contadina di passare dai masi per assaggiare il vino nuovo e le castagne, oltre agli altri prodotti, dallo speck alle salsicce, ai dolci speciali come i krapfen ripieni di marmellata, semi di papavero, pere… Insomma, vale la pena provare.

Naturalmente la tradizione accarezza diversi luoghi della Valle Isarco, da Novacella a Bressanone, Chiusa, Villandro, Barbiano… Dovunque è possibile alloggiare grazie alla vasta offerta alberghiera e non solo della zona. A Velturno, una location particolarmente suggestiva è l’Aktiv & Vitalhotel Taubers Unterwirt (www.unterwirt.com) un quattro stelle gestito dalla famiglia Tauber, che da 5 generazioni è al centro dell’ospitalità di Velturno. Ambienti eleganti, cucina gourmet, una Spa con tutto il necessario e una linea propria di trattamenti benessere (Castanea) si abbinano alla proposta quotidiana di attività ed escursioni guidate.

Di masi dove fermarsi e gustare i sapori tipici ce n’è ovunque. A Varna, proprio a due passi dall’abbazia di Novacella, il Griesserhof (http://www.griesserhof.it/) dà subito l’impressione dell’immersione nella vita contadina del posto. Nella piccola e accogliente stube, dominata dalla grande stufa in maiolica, ci si sente a casa, ospiti della famiglia che ha antiche tradizioni di agriturismo e gestisce anche un vigneto con produzione di vini di qualità, dal Sylvaner al Kerner. Poche migliaia di bottiglie l’anno e tanti riconoscimenti. Chi vuole può acquistare sul posto, così come possono acquistare le mele, o le castagne (se ci sono…).

Per info: www.valleisarco.info/it/

© RIPRODUZIONE RISERVATA