Le «pagelline» ai manager
della sanità: ennesima farsa

Sebbene in anticipo rispetto allo scorso anno, anche stavolta - ormai l'ennesima - le «pagelline» con cui la Regione ha valutato il lavoro svolto nel 2008 dai manager della sanità lombarda riescono a stupire. Il più bravo della pattuglia orobica è stato ritenuto il direttore generale dell'Asl di Bergamo, Roberto Testa, premiato con un bel 88/100, seguito a ruota dal direttore generale dell'azienda ospedaliera Bolognini di Seriate, Amedeo Amadeo, cui il Pirellone ha dato 87/100. Distanziato di due punti il direttore generale degli Ospedali Riuniti, Carlo Bonometti, con 85/100, mentre il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Treviglio, Cesare Ercole, ha preso 82/100.

Rispetto al 2007, Testa ha guadagnato tre voti, mentre Amadeo ne ha persi tre e Bonometti ne ha perduti addirittura sei. Evidentemente il fatto che il nuovo ospedale di Bergamo cresca più o meno nei tempi stabiliti, senza eccessive traversie, non interessa a nessuno, o meglio comincerà a interessare quando bisognerà cominciare a raccogliere voti da infilare nell'urna. I criteri con cui il Pirellone si ostina ogni anno a stilare queste simpatiche «pagelline» restano davvero un mistero tra i più fitti da districare: non valgono nulla e sono rigorosamente modellate sulle esigenze politiche del momento. Da qui un nuovo pressante invito a Roberto Formigoni: caro presidente, La prego, non le faccia più, sono inutili e fanno solo perdere un sacco di tempo ai suoi funzionari che fanno di tutto per tenerle ben nascoste...

In un comunicato stampa diffuso giovedì 23 aprile, Orazio Amboni, del Dipartimento Welfare della Cgil bergamasca, e Claudio Arici, della Cgil medici, scrivono che «indecifrabili e incomprensibili risultano, agli occhi di chi osserva e conosce i problemi della sanità bergamasca, i criteri con cui la Regione ha attribuito le valutazioni ai direttori generali delle aziende ospedaliere e sanitaria. Certamente non si è tenuto conto della complessità dei problemi che si sono dovuti affrontare, né della capacità dimostrata nel risolverli. Non si capisce, ad esempio - proseguono i due sindacalisti - , in che considerazione sia stata tenuta la vicenda della ristrutturazione dell'ospedale di Piario, con i suoi anni di ritardo, o del trasferimento della pediatria di Seriate, con le polemiche e i disagi che ha provocato. Stupisce il confronto con la costruzione del nuovo ospedale di Bergamo per il quale l'aver rispettato i tempi, l'aver evitato infortuni nel cantiere, l'aver promosso un profondo rinnovamento nell'organizzazione del modello di assistenza dei pazienti non ha certamente premiato il lavoro del direttore. E neppure si può dire che si siano privilegiati gli aspetti amministrativi e gestionali perché il direttore dell'Asl, che si è visto bocciare con rimproveri il piano organizzativo aziendale, ha poi ottenuto il punteggio più elevato. Se i risultati sono questi - concludono Amboni e Arici -, meglio abolire le valutazioni o chiarire, come sembra di osservare nella distribuzione dei punteggi per i direttori in Regione, che quel che si continua a privilegiare sono i padrinati politici». Che abbiano ragione?

Alberto Ceresoli

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