Linate, le famiglie rifiutano50 milioni di euro

La proposta delle assicurazioni è stata accettata solo da due parenti su 63

Si è chiusa ieri mattina la costituzione di parte civile al procedimento penale a carico degli 11 imputati per il disastro di Linate dell’8 ottobre 2001, in cui persero la vita 118 persone di cui 8 bergamasche. E mentre il giudice per l’udienza preliminare Silvana Petromer si appresta a decidere circa l’ammissione delle parti civili, per dare il via all’udienza preliminare vera e propria, dal pool dei 70 difensori delle famiglie delle vittime arriva lo stop alle trattative con i responsabili civili e le loro assicurazioni sui risarcimenti dovuti.
Questa la cronaca dei fatti: a mercoledì 20 novembre 2002 risale l’udienza preliminare a porte chiuse del processo per il disastro aereo di Linate (8 ottobre 2001). Ieri mattina, alle ore 10, l’udienza è proseguita per la verifica della costituzione delle parti: degli 11 imputati, era presente solo l’ex amministratore delegato dell’Ente nazionale di assistenza al volo (Enav), Sandro Gualano.
E se lo scorso novembre le richieste di costituzione di parte civile erano state oltre 300, ieri se ne sono aggiunte un centinaio, al punto che il gup Petromer è stato costretto ad aggiornare l’udienza al 28 gennaio alle ore 10, fissando un’agenda di udienze particolarmente fitta: 13, 15, 19 e 22 febbraio sempre a partire dalle ore 10.
«Oggi, dopo l’appello - spiega Alessandro Giorgetti, avvocato designato dai parenti del bergamasco Gian Bortolo Bettoni, e uno dei tre coordinatori del gruppo dei difensori delle famiglie delle vittime - si sono costituite ulteriori parti civili, da 70 a 100. Si tratta, soprattutto, di familiari delle vittime straniere: molte di loro, infatti, non avevano ricevuto la notifica dell’udienza preliminare». Semplice la ragione di questa apparente dimenticanza da parte del tribunale di Milano: «Alcune famiglie straniere non erano state identificate nella loro composizione». È capitato, ad esempio, che su 5 familiari aventi diritto alla costituzione in giudizio, solo 3 erano stati avvisati. «Nel corso dell’udienza preliminare - conclude Giorgetti - il giudice Petromer renderà la propria ordinanza, escludendo le costituzioni che non hanno i requisiti formali». Solo a questo punto si entrerà nel vivo dell’udienza preliminare.
In aula circa 70 avvocati assieme ad alcuni parenti delle vittime. Tra i bergamaschi, solo i familiari di papà, mamma e figlioletto Rota hanno voluto essere presenti: si sono visti i giovanissimi fratelli Matteo e Paola, figli di Clara e Giovanni Rota. Ma c’era anche Silvio, fratello del signor Giovanni: «Siamo venuti a vedere se ci sono prospettive o se ci accantonano», dice uscendo dal tribunale. E ancora: «Vogliamo seguire il processo». Bocca cucita, invece, sulla fiducia riposta nella giustizia italiana: «Vedremo» dice aggrottando le ciglia.
Chi parla, invece, è Paolo Pettinaroli, presidente del comitato dei parenti delle vittime «8 ottobre per non dimenticare», costituitosi il 17 novembre 2001: lui, nel corso dell’incidente causato dallo scontro dell’aereo di linea della Scandinavian Airlines con un piccolo aereo privato, ha perso un figlio. «Col passare dei mesi - commenta - la gente è diventata più cattiva. Ora pensa: me l’avete ucciso, dovete pagare il più possibile».
Pettinaroli fa i conti in tasca ai familiari e denuncia lo stato di fatto: «Molti di loro hanno passato un Natale terribile senza soldi». Tra gli imputati c’è anzitutto lo Stato: dei 12 milioni e 500 mila euro (25 miliardi circa di vecchie lire) - indicati l’anno scorso nel disegno di legge 1706 per i componenti le famiglie delle vittime (100 mila euro a nucleo familiare, circa 200 milioni di lire) - nessuno ha visto ancora un centesimo. E meno male - commenta una vedova di Linate - «che dovevano essere contributi finalizzati a dare un primo sollievo alle numerose difficoltà».
Semaforo rosso sul fronte dei risarcimenti: sono state interrotte le negoziazioni tra i difensori dei parenti dei defunti e i rappresentanti delle assicurazioni del consorzio di cui fanno parte la società che gestisce l’aeroporto (Sea), l’Enav, l’Ente Nazionale di Aviazione Civile (Enac), la Textron che risponde per la compagnia aerea Cessna, e la Scandinavian Airlines.
Nei giorni scorsi, infatti, era trapelata la notizia che fosse stato raggiunto a Londra un accordo di massima di 50 milioni di euro per il risarcimento delle famiglie delle vittime italiane. Pronta la smentita di Ermanno Baldassarre, legale della famiglia del bergamasco Angelo Scaburri: «Allo stato attuale non ci sono novità sotto il profilo delle trattative per i risarcimenti». Il maggiore ostacolo è rappresentato dalla completa liberatoria richiesta alle parti civili per uno sconto sulle eventuali pene inflitte. Perché la partita si riapra - fa capire Giorgetti - i responsabili civili devono accontentarsi di una quietanza liberatoria «limitata alla loro quota di responsabilità». Oppure - va da sé - aumentare (e non poco) i risarcimenti.

(17/01/2003)

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