ll paese si raccoglie nel dolore
A Vertova i funerali di Maria Grazia

«Questa è una tragedia, ma dobbiamo essere certi che Dio parla al cuore di chi ha tramato e progettato questo terribile assassinio. Cos’hai fatto Caino? Hai massacrato e crocifisso una vita, ingiustamente». È questo un passaggio dell’omelia di don Ezio Locatelli, il sacerdote di Vertova che oggi pomeriggio, 28 luglio, ha celebrato i funerali di Maria Grazia Pezzoli, uccisa lo scorso giovedì con una trentina di coltellate nella sua abitazione di via Cinque Martiri 65. Le esequie funebri sono state celebrate in una chiesa gremita. Vicino all’affranto marito, l’assessore allo Sport di Vertova Giuseppe Bernini, il sindaco del paese bergamasco, Riccardo Cagnoni, che al termine della Messa ha preso la parola: «Tutta l’amministrazione comunale è esterrefatta e incredula per quello che è successo - ha detto - e chiediamo alla comunità, chiunque sia l’assassino e a prescindere da quale sia il movente, di non essere insofferenti e intolleranti verso gli immigrati». E poi ha aggiunto: «Invito le istituzioni a non abbassare la guardia e a non sottovalutare qualsiasi episodio legato all’integrazione degli immigrati».Dopo i funerali a Vertova, la salma è stata trasferita a Leffe, paese d’origine di Maria Grazia: qui si è celebrato, nella parrocchiale, un momento di preghiera. Poi la tumulazione nel cimitero locale.Sul fronte delle indagine, invece, la giornata non ha portato  alcun sviluppo. Quello che per ora si sa è che chi ha ucciso Maria Grazia Pezzoli potrebbe aver involontariamente lasciato la sua firma sul luogo del delitto: quelle quattro macchioline di sangue trovate dai carabinieri del reparto operativo all’esterno dell’ufficio dove l’imprenditrice di Vertova è stata uccisa. Su quelle minuscole chiazze, trovate per terra fra la finestra infranta e la porta d’ingresso dell’abitazione, sembra concentrarsi sempre più l’attenzione degli inquirenti. Gli esperti del Ris di Parma le stanno analizzando e avrebbero già anticipato agli investigatori alcune prime indicazioni, su cui tuttavia viene mantenuto il più stretto riserbo.L’ipotesi più accreditata è che l’assassino sia arrivato in via Cinque Martiri 65 e abbia infranto dall’esterno il vetro di una finestra al pianterreno. Forse lo ha fatto con un pugno, per infilare la mano dentro, arrivare alla maniglia e aprire. E nel farlo si sarebbe ferito a un braccio con le schegge di vetro. Questo spiegherebbe la presenza delle quattro macchioline di sangue, che cominciano sotto la finestra e finiscono alla porta d’ingresso. Nei laboratori dell’Arma si stanno analizzando anche una serie di impronte digitali trovate sulla scena del delitto. Potrebbero essere le impronte della stessa Maria Grazia Pezzoli e dei suoi familiari, ovvio. Ma la possibilità che l’assassino abbia lasciato una traccia di questo tipo c’è, e gli esperti stanno esaminando una serie di reperti provenienti dai rilievi dattiloscopici dei carabinieri sulla scena del crimine. Intanto gli inquirenti non hanno ancora perso la speranza di trovare l’arma del delitto. Si cerca un coltello, con cui l’assassino ha inferto almeno 30 colpi al busto, alle braccia e al collo della vittima, infierendo sul corpo con notevole ferocia, come emerso dalle prime indicazioni uscite dall’autopsia. Sabato i carabinieri di Fiorano e la protezione civile hanno passato al setaccio, senza esito, i dintorni dell’abitazione e il letto di un ruscello che scorre parallelo a via Cinque Martiri. Le ricerche proseguiranno.È ancora buio totale anche su un eventuale movente del delitto. Chi potrebbe aver voluto la morte di Maria Grazia Pezzoli, da tutti descritta come una donna buona, mite e riservata? Si è pensato a un omicidio maturato per questioni d’affari legate all’attività imprenditoriale di lei e del marito, che insieme gestivano la Val. Cop. coperture metalliche. Sono stati interrogati alcuni ex dipendenti extracomunitari che avevano avuto dissidi con la famiglia Bernini, ma hanno alibi convincenti. Forse occorre cercare altrove. Forse Maria Grazia ha saputo qualcosa che non doveva sapere. Forse un movente passionale? Non per Maria Grazia, dicono però i familiari, che escludono questa possibilità. Gli inquirenti non si sbilanciano e indagano a 360 gradi. Comunque sia, gli investigatori sono certi che l’assassino, visto il numero di coltellate, è arrivato in via Cinque Martiri per uccidere e lo ha fatto con spietata determinazione, assicurandosi che Maria Grazia Pezzoli non potesse mai più rialzarsi.(28/07/2008)

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