L’avvocatura presenta ricorso Barillà: «Ho fiducia nei giudici»

«Evidentemente - ha detto l’imprenditore milanese - non hanno tenuto conto della lettera inviata dal ministro Tremonti, da cui risulta la volontà di non fare opposizione, e neppure dell’intervento del presidente del consiglio Berlusconi»

È stato depositato dall’avvocatura dello Stato questa mattina il ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici di Genova che aveva fissato un risarcimento di quattro milioni di euro a favore di Daniele Barillà, l’imprenditore milanese rinchiuso in carcere per sette anni prima di essere riconosciuto completamente innocente. Gran parte di quegli anni Barillà li aveva passati nel carcere di Bergamo: alla fine però, insieme ai suoi avvocati, era riuscito a dimostrare di essere finito in prigione solo perché per errore era stato scambiato con un boss mafioso - che aveva un’auto come la sua - durante un’operazione dei carabinieri. «Per ora - ha commentato Barillà - sono contento che i giudici mi abbiano assolto, anche se lo Stato non lo vuole ammettere». Il ricorso dell’avvocatura dello Stato è stato presentato pochi minuti prima della scadenza del termine, insieme a un altro ricorso della Procura Generale. «Evidentemente - ha detto l’imprenditore milanese - non hanno tenuto conto della lettera inviata dal ministro Tremonti, da cui risulta la volontà di non fare opposizione, e neppure dell’intervento del presidente del consiglio Berlusconi». Barillà ha scelto di non presentare alcuna opposizione ai ricorsi, perché si sente sicuro del fatto che i giudici gli renderanno giustizia.

(26/02/2003)

Su L’Eco di Bergamo del 27/02/2003

© RIPRODUZIONE RISERVATA