L’ospedale costruito dalla Diocesi di Bergamo

L’Ospedale Giovanni XXIII, di proprietà della Diocesi di La Paz -Bolivia, é stato costruito dalla Diocesi di Bergamo negli anni settanta con la presenza allora delle Suore orsoline di Somasca.

La struttura comprende più di 150 posti letto con servizi specialistici e consultori esterni che sono andati crescendo anno dopo anno. L’ospedale é cresciuto enormemente diventando un punto di riferimento importante per i quartieri a ovest della città di La Paz, per la città di El Alto e per le zone dell’altipiano e di Yungas.

E’ la più grande e organizzata opera di Chiesa nell’area della sanità in Bolivia. Ovviamente, essendo cresciuto progressivamente per rispondere alle esigenze delle persone più povere, non è frutto di un piano organico e preciso, bensì espressione dell’impegno di tanti volontari, della generosità di tanta gente. Questo però rappresenta probabilmente anche il suo limite. Infatti, anche in Bolivia negli ultimi anni si stanno promulgato leggi e norme che regolano le strutture e i servizi pubblici e privati. Alla luce delle ultime norme, l’ospedale, anche se offre servizi specialistico di buon (e in alcuni casi di ottimo) livello, non poteva essere riconosciuto come tale dal ministero della sanità, creando quindi problemi non indifferenti nella gestione e per il futuro stesso della struttura. Di fronte a queste prospettive è diventato un obbligo lavorare per mettere questa opera così grande e importante nelle condizioni strutturali migliori e con buone basi organizzative in vista dell’autosostentamento.

L’impegno di ristrutturazione e riorganizzazione dell’ospedale si sta portando avanti con l’appoggio di diverse istituzioni: la comunità europea, le ONG brsciane Medicus Mundi e Fondazione Sipec e soprattutto la Diocesi di Bergamo che si è presa a cuore la situazione dell’ospedale. La chiesa di Bergamo, nel 40mo anno della presenza bergamasca in Bolivia ha sostenuto attraverso il Centro Missionario Diocesano una campagna di solidarietà impegnando parrocchie, gruppi e organizzazioni cattoliche, mezzi di comunicazione sociale e privati.

Frutto di questo sforzo comune sono opere importanti: si è costruito il nuovo reparto di patologia neonatale inaugurato dal vescovo Monsignor Roberto Amadei nella sua visita a Bolivia nell’agosto di quest’anno; si è costruita la scuola per infermiere che offrirà il suo servizio nella formazione del personale dell’ospedale; si è ristrutturato completamente il reparto materno infantile. Inoltre si sono effettuati interventi sugli impianti che subiscono il logorio del tempo: si sono rifatti completamente gli impianti per l’ossigeno, aspirazione centrale, aria medicinale.

A completamento di questi impianti si sono comprati nuovi macchinari e strumenti, con uno sforzo economico rilevante. Si è cercato anche di modernizzare alcuni servizi per migliorare l’assistenza ai pazienti. Possiamo dire, con una certa soddisfazione, che si sono raggiunti un 70% degli obiettivi iniziali del progetto.

Rimangono ancora in sospeso opere importanti per ottimizzare i servizi dell’ospedale: in modo speciale è necessario mettere mano al pronto soccorso e servizi connessi allo stesso. Bisogna tener presente che l’ospedale «B. Giovanni XXIII» in la Paz è un punto di riferimento importante in caso di incidenti nella zona dell’altipiano o delle vallate. Nelle località della campagna non ci sono servizi ospedalieri che possono garantire una attenzione medica in queste situazioni, per cui il nostro ospedale è quello che offre maggiori garanzie oltre ad essere fisicamente la prima struttura ospedaliera che si incontra entrando in città. Ristrutturare quindi il pronto soccorso divendita un obbligo e una necessità per salvare vite umane.

E’ per questo motivo che ci rivolgiamo a tutti i lettori del L’Eco di Bergamo per chiedere una collaborazione per questa ulteriore e ultima fase dell’intervento sull’ospedale «B.Giovanni XXIII». La finalità del progetto è quella di completare il Pronto Soccorso con i servizi connessi per rispondere adeguatamente alle gravi emergenze che si presentano normalmente nel nostro ospedale. Interventi necessari Opere murarie e impianti pronto soccorso.

E’ necessario ristrutturare tutto l’ambiente attuale e allestistire una piccola sala chirurgica. Preparazione degli ambienti radiologici. In collaborazione con i tecnici della Philips di Monza, sta arrivando in donazione all’ospedale una TAC (Tomografia). Questo apparato sarà a servizio delle diagnosi precoce e precisa delle emergenze, oltre che delle necessità normali dei pazienti dell’ospedale. Per questo apparato è necesario preparare degli ambienti speciali (schermatura, condizionatore d’aria e filtri, nuovo transformatore elttrico con capacità sufficente). Inoltre vicino all’ambiente della TAC ci sono pure gli ambienti destinati ai raggi X e mammografia, i quali non sono predisposti con schermatura di piombo, richiesta dalle norme attuali e necessaria per proteggere la salute di operatori sanitari, pazienti e visitatori Strumenti e apparecchiature. Essendo un pronto soccorso con sala chirurgica è necessario dotarlo di apparecchiature per la rianimazione del paziente, per il monitoraggio e controllo e della strumentazione necessaria per operare.

Questi gli scopi della sottoscrizione aperta da «L’Eco di Bergamo». Permettere al Pronto soccorso dell’ospedale di completare le sue strutture e quindi di poter funzionare al cento per cento, è un obiettivo indispensabile perchè l’ospedale di La Paz possa essere sempre di più un punto di riferimento per il popolo boliviano.

Come e dove versare i contributi

© RIPRODUZIONE RISERVATA