L’ultima notte dei due milioni alla Gmg
Forte l’emozione per il discorso del Papa

Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 luglio il Campus Misericordiae è scivolato nel silenzio e nel buio quasi senza accorgersene, ma solo per sfinimento e ben oltre le due.

I ragazzi (si stima che siano due milioni) hanno continuato a camminare per il campo, a chiacchierare, a ballare, cantare, battere le mani, a scambiarsi indirizzi e segreti, a commentare il discorso del Papa e a parlare di quello che è accaduto negli ultimi giorni fino a tardi prima di infilarsi nei loro sacchi a pelo per dormire un po’, in attesa della Messa conclusiva di questa mattina. Era troppo forte l’emozione, troppo intensa la traccia lasciata dal discorso del Papa. E forte anche il desiderio di vegliare e pregare.

L’alba - umida e frizzante, con un bel cielo terso - li ha trovati ancora addormentati. Anche il settore dei bergamaschi ha trascorso una notte movimentata: nel weekend ai pellegrini che hanno trascorso qui a Cracovia tutta la settimana si sono aggiunte quasi trecento persone ed erano collocate in settori diversi. La voglia di incontrare gli amici e di trascorrere insieme almeno una parte della notte è stata più forte delle rigidità dei poliziotti polacchi, che non permettono «scambi» tra i settori (si può stare soltanto in quello per il quale si possiede il pass).

Ora i giovani che sono rientrati a casa per la notte (per la maggior parte polacchi) stanno rientrando nel campo: ai controlli di sicurezza (che prevedono anche meticolose perquisizioni) si sono formate di nuovo lunghe code. La sala stampa si è trasformata in un piccolo accampamento: i giornalisti hanno dormito sdraiati sul pavimento oppure sono rimasti ai loro posti, con la testa appoggiata sui tavoli. Un gruppo di messicani (questione di fuso orario) ha continuato a registrare interviste e a trasmetterle quasi per tutta la notte. Dopo la Messa finale i bergamaschi lasceranno il Campo della Misericordia per tornare a Miechow, dove questa sera li aspettano la cena e la festa di saluto dei loro ospiti polacchi. Alcuni partiranno subito dopo per rientrare a Bergamo, ma un folto gruppo lunedì sarà in visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, e solo dopo ripartirà per rientrare a casa.

«Potranno giudicarvi dei sognatori perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti» ma «non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana». È stato forte l’appello del Papa ai giovani del mondo ad essere costruttori di fraternità in un mondo frammentato, in una Europa spaventata dal terrorismo e dalla immigrazione, e in una Polonia che sembra non amare la multiculturalità. È stato un appello alla speranza, che tiene conto della forza e delle paure dei ragazzi, che si cala nel loro linguaggio e prima ancora nel loro mondo. Bergoglio è capace di una introspezione forte dei cuori giovani, e li conquista anche parlando di Sms e connessioni Internet, invitandoli a chattare con Cristo nella preghiera, e a fare del Vangelo il proprio «navigatore».

Sabrina Penteriani

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