Maggioranza, tutti si dimettono
Valbondione sarà commissariata

A Valbondione anche gli altri tre consiglieri della maggioranza in consiglio comunale si sono dimessi. I dimissionari sono quindi in totale 7, compreso il sindaco Benvenuto Morandi. Il commissario prefettizio sarà il viceprefetto aggiunto della prefettura di Bergamo, Patrizia Savarese

A Valbondione anche gli altri tre consiglieri della maggioranza in consiglio comunale si sono dimessi. I dimissionari sono quindi in totale 7, compreso il sindaco Benvenuto Morandi.E così il Comune dell’alta valle sarà commissariato.

Il commissario prefettizio sarà il vice prefetto aggiunto della prefettura di Bergamo Patrizia Savarese.

Nell’ordine: Arturo Rodigari, Fabio Simoncelli, Camilla Stalfieri. L’effetto domino scatenato mercoledì a Valbondione è giunto ieri mattina al suo compimento con le dimissioni degli ultimi tre consiglieri di maggioranza.

Dopo il coup de théâtre che ha visto andarsene nell’arco di poco meno di tre ore il sindaco Benvenuto Morandi, l’assessore al Bilancio Sabrina Semperboni, il capogruppo di maggioranza Claudio Conti e il vicesindaco Elda Tognoli, ieri la fase due che segna la fine dell’era Morandi, alla guida del paese da sette anni. E, da cinque mesi, al centro dell’inchiesta sui presunti ammanchi al Private di Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio che ha diretto fino al 1° luglio scorso.

Dunque la mossa dei tre consiglieri, data per certa già mercoledì, non si è fatta attendere, decretando per legge anche la decadenza del gruppo di minoranza. Una mossa anticipata anche nella nota che «Nuova Valbondione» aveva diffuso mercoledì sera, quando citava le «dimissioni di tutti i consiglieri di maggioranza».

Automatico, quindi, l’arrivo da Bergamo di un commissario. Il prefetto Francesca Ferrandino lo nominerà già oggi. I passaggi tecnici prevedono che la prefettura, ricevuta ieri dal segretario comunale Francesco Bergamelli la documentazione, prepari il provvedimento di sospensione del Consiglio comunale di fatto azzerato. Provvedimento da inviare al ministero, che diverrà subito efficace.

Pressing serrato

Tanto poterono i nove box di Lizzola e i 136 mila euro pretesi dal Comune nei confronti di Mountain Security, che si era detta intenzionata a rilevare 18 autorimesse, senza poi perfezionare il preliminare per 9 di esse, indicando potenziali soggetti subentranti nell’affare i quali, almeno in cinque casi, avrebbero assicurato invece di non saperne nulla. Alla vicenda di questi box la lista civica di centrodestra imputa la scelta di andarsene.

Una scelta che per la minoranza di «Valbondione Unita» giunge tardi e pure con un sapore che sa di sfiducia. «Dovevano andarsene quattro mesi fa – commenta il capogruppo Dario Chiodelli –, è inutile che diano la colpa all’opposizione: non siamo noi che lavoriamo in banca». E aggiunge come il fatto di aver presentato le dimissioni dopo tre suoi consiglieri, «per Morandi rappresenta una sola cosa: che è stato sfiduciato dai suoi».

Fatto sta che il pressing degli ultimi tempi ha messo a dura prova la tenuta del gruppo e soprattutto del sindaco, destinatario, sabato scorso, di un provvedimento di sequestro conservativo richiesto dal suo ex datore di lavoro, Intesa Sanpaolo. Dopo essersi ritrovato con un milione e mezzo di euro congelati – il sequestro riguarda i conti correnti alle Poste di Valbondione e alla filiale di Intesa Sanpaolo a Fiorano al Serio e pure allo stesso Private –, martedì la nuova tegola, la messa in mora di Mountain Security per la questione dei garage.

Il provvedimento spedito dal segretario comunale agli amministratori della società mette in luce quanto sia intricata la questione. Anzitutto perché la società detiene il 58% di Sviluppo turistico Lizzola e il 41% delle azioni è invece del Comune. Ma Mountain Security è, dal 19 giugno scorso, di Sabrina Semperboni, assessore al Bilancio, con amministratore il capogruppo di maggioranza Claudio Conti. Il conflitto di interessi ha scatenato le dimissioni a valanga, giunte in un momento in cui l’inchiesta stringe i tempi.

Come salvare Stl

Ma dopo le dimissioni di Morandi e dei suoi, qui compresi il responsabile amministrativo di Stl – Conti – e la Semperboni, quale futuro per la società degli impianti stretta tra i debiti, il credito da oltre quattro milioni al quale Gianfranco Gamba non ha rinunciato e il peso che potranno avere i presunti dieci milioni usciti dai conti Private dello stesso Gamba e finiti – a suo dire senza saperlo – su quelli di Stl e Mountain?

L’idea che sta prendendo piede è quella di una sorta di commissariamento della società. Affidare la Spa a un gruppo di tecnici, commercialisti e magari anche un legale, in grado di districare la matassa e salvare, insieme alla società, il futuro di Valbondione.

Acquisite nuove carte

Nel frattempo ieri i carabinieri di Clusone hanno depositato sul tavolo dei pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro una serie di nuove carte acquisite in Comune a Valbondione e in altre sedi (sulle quali per ora vige il riserbo degli inquirenti). Carte che servirebbero per verificare altre presunte operazioni sospette di Morandi, che sarebbero state segnalate ai carabinieri di recente, nelle ultime ore, dopo le dimissioni a valanga di Giunta e Consiglio. Ieri i pm sono stati impegnati in un lungo vertice per fare il punto sull’inchiesta. Il fascicolo potrebbe veder presto modificata l’ipotesi di reato nei confronti di Morandi: da appropriazione indebita aggravata a furto e truffa. Oggi gli inquirenti replicheranno e in Procura si attende un’altra giornata di riunioni. Lunedì, invece, sarà la volta di un nuovo valzer di interrogatori nei confronti di persone informate sui fatti. Fra i convocati, ci saranno i clienti della banca che lamentano ammanchi: dai loro conti potrebbero essere partiti pagamenti disposti con firme false.

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