Maglieria fallita «per colpa del fisco»
Ma avevano 71 milioni in Svizzera

La Manufat Inverigo è stata travolta dai debiti, in 90 sono rimasti senza lavoro. I titolari diedero la colpa al fisco e a Equitalia. Ma la Procura accusa l’ex proprietario: nel corso degli anni avrebbe portato sui conti in Svizzera 71 milioni di euro.

La notizia è stata raccontata da La Provincia di Como. Quando la maglieria Manufat, una istituzione della Brianza, 90 lavoratori rimasti a casa dalla sera al mattino, fallì nel 2013, in molti puntarono il dito contro lo Stato vampiro e il fisco assassino. I titolari ricevettero addirittura il “drappo bianco”, simbolo della ribellione civile contro la pressione fiscale. E a dispetto delle precisazioni di Equitalia («non abbiamo decretato noi il fallimento della ditta») per tutti la Manufat di Inverigo era fallita per colpa dei debiti con un fisco privo di scrupoli. Quattro anni dopo la Procura di Como sta riscrivendo la storia di quella fine ingloriosa di un fiore all’occhiello dell’industria tessile comasca. E lo fa dopo che l’ex proprietario Angelo Baggi, ha deciso di riportare in Italia attraverso la voluntary disclosure qualcosa come 71 milioni di euro che fino allo scorso anno si trovavano al sicuro sui conti correnti svizzeri dell’imprenditore. Quaranta milioni di euro di quel tesoretto, che sarebbe bastato più che ampiamente per risolvere i guai economici della Manufat (fallita con un passivo di circa 10 milioni), sono finiti sotto sequestro su ordine del giudice delle indagini preliminari Ferdinando Buatier de Mongeot e richiesta della Procura (che avrebbe voluto sequestrarne 60 di milioni). Il motivo è presto detto: stando al sospetto della magistratura quei soldi sarebbero il provento di una lunga e paziente fuga di capitali in nero dalla Manufat alla Svizzera, accumulati tra il 1980 e il 2000.

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