Maroni: nuove norme anticorruzione
Flash mob del M5S : a casa - Video

Un progetto di legge per l’istituzione di un’Autorità regionale anticorruzione (Arac) che sarà presentato con procedura d’urgenza entro il 15 marzo in Consiglio regionale. È una delle iniziative del Piano d’azione anticorruzione, presentato lunedì 22 febbraio dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, scottato dall’ultimo scandalo regionale sulla Sanità che ha coinvolto Fabio Rizzi, suo braccio destro.

«Se, nonostante tutti i controlli che abbiamo, è successo quello che è successo, vuol dire che c’è qualcosa che non va» ha osservato, riferendosi all’inchiesta della magistratura di Monza. Il sistema dei controlli, che pure esiste e agisce, ha osservato, «probabilmente è stato più formale che sostanziale». «Io - ha affermato il presidente - ho l’ambizione di creare un sistema che impedisca di fare di nuovo quello che è stato fatto».

Il Piano d’azione anticorruzione, ha illustrato il governatore, prevede tre azioni immediate e altre azioni «di sistema». «Le prime - ha spiegato - sono la Commissione d’inchiesta, che ho gà’ istituito sotto la guida del generale Forchetti, e che si occuperà dei fatti relativi all’indagine della magistratura di Monza». «Inoltre - ha continuato - partiremo con le ispezioni in tutti gli ospedali coinvolti e abbiamo chiesto ad Anac di commissariare gli appalti in essere con il Gruppo Canegrati, per garantire la prosecuzione dei servizi». «Voglio - ha sottolineato Maroni - che chi ha sbagliato paghi, ma senza che siano penalizzati i cittadini».

Accanto alle azioni immediate, sono state messe in atto delle azioni «di sistema». La prima, ha illustrato il presidente, «è una mia proposta di legge al Consiglio regionale, che istituisce “l’Autorità regionale anticorruzione”, l’Anac della Lombardia. La sua missione istituzionale consiste nella prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità in tutte le attività svolte dalle strutture della Regione Lombardia, ivi comprese le società partecipate e controllate, con particolare riferimento agli appalti pubblici e comunque a ogni attività che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi». «L’Arac - ha aggiunto - svolgerà le sue attività senza aggravare i procedimenti amministrativi con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attivita’ degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione».

La proposta di Maroni, già inoltrata al presidente dell’Assemblea di Palazzo Pirelli, Raffaele Cattaneo, affinché venga calendarizzata con procedura d’urgenza, cioè entro il 15 marzo, prevede che la nuova Autorità abbia un presidente e quattro membri, nominati dal Consiglio regionale su proposta della Giunta. Saranno, come ha detto lo stesso governatore, «esperti di elevata professionalità, con provate competenze nel settore pubblico e in quello privato, che non potranno essere scelti fra persone che rivestono incarichi pubblici o cariche in partiti politici o sindacati e non dovranno avere interessi in conflitto con le funzioni di Arac».

I compiti della futura Arac saranno: esercitare la vigilanza e il controllo sull’effettiva applicazione e sull’efficacia delle misure adottate dagli enti per prevenire e contrastare la corruzione e l’illegalità e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell’attività amministrativa; analizzare le cause e i fattori dei comportamenti corruttivi e illegali e individuare gli interventi che garantiscono la prevenzione e il contrasto; coordinare l’attività regionale per attuare e aggiornare il Piano regionale anticorruzione; coordinare gli altri organi di controllo regionale e collabora con l’Anac; esprimere pareri a tutte le Amministrazioni pubbliche che ne faranno richiesta; riferire al Consiglio regionale sull’attività svolta.

L’Arac, si legge nel progetto di legge di iniziativa del presidente della Regione, «esercita poteri di indirizzo, raccomandazione e controllo, anche mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti alle Pubbliche amministrazioni. L’Arac diffida gli enti ad adottare atti o provvedimenti richiesti dai piani anticorruzione e dalle regole sulla trasparenza dell’attività amministrativa, ovvero a rimuovere comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza, segnalando eventuali inadempimenti al responsabile regionale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza». Garantita anche la trasparenza, perchè secondo il Pdl, «l’Arac e le Amministrazioni interessate danno notizia, nei rispettivi siti web istituzionali, dei provvedimenti adottati ai sensi della legge».

Maroni ha informato anche sulle altre regole di sistema adottate dalla Giunta: la rotazione dei dirigenti del Sistema sanitario «con una permanenza di 5 anni nel Sistema sanitario, ma non nella stessa sede»; l’Audit di tutte le procedure relative agli appalti pubblici, «affidando a un pool di società esterne la revisione di tutte le procedure della Regioni relative agli appalti pubblici per certificare l’ineccepibilità delle regole e intervenire sui punti di debolezza»; la separazione fra capitolati e gare d’appalto «per garantire un’ancora maggiore efficacia nelle procedure anticorruzione. Una strada che abbiamo già imboccato e che vogliamo proseguire con ancora maggiore efficacia, nonostante l’alto numero di contratti attivi, che nella nostra regione, nel 2015, sono stati ben 54.000» e l’estensione del “Whistleblowing” a tutto il Sistema regionale, ossia «il sistema di protezione dei dipendenti che denunciano un malaffare, un atto di corruzione o un illecito».

Intanto però, stamattina c’è stato il flash mob «Sfrattiamo Maroni» organizzato dal M5S davanti a Palazzo Pirelli (in Piazza Duca D’Aosta), per chiedere al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni di andare a casa. I parlamentari lombardi Paola Carinelli, Giorgio Sorial, Danilo Toninelli, Massimo De Rosa, Daniele Pesco, i consiglieri regionali Stefano Buffagni, Iolanda Nanni, Eugenio Casalino, Gianmarco Corbetta, Silvana Carcano, Dario Violi, Andrea Fiasconaro, Paola Macchi e Giampietro Maccabiani, insieme alla candidata sindaco di Milano, Patrizia Bedori, sono arrivati all’ingresso di Palazzo Pirelli con un furgone con la scritta «Traslochi M5S» e un’autoscala con la scritta «Sfrattiamo Maroni».

I portavoce hanno distribuito fac-simili banconote da 500 euro con la foto del presidente Maroni e la scritta «Saniteuro»; sul retro delle banconote le scritte: «Sanità pubblica impoverita», «Sempre più risorse e potere alla Sanità Privata accreditata», «Controlli non pervenuti» e «Solito giro di poltrone».

«Maroni si è dimenticato delle promesse fatte in campagna elettorale - ha dichiarato il capogruppo M5S in Regione, Stefano Buffagni - si è presentato con la scopa adesso è finito con le dentiere, quindi riteniamo assolutamente necessario tornare al voto in Lombardia. Dopo l’inchiesta Mantovani questa di Rizzi è gravissima: è il padre della riforma sanitaria tanto millantata da Maroni. Come facciamo a sapere che la riforma è stata fatta nell’interesse pubblico e non dei privati visto che proprio il padre di quella riforma è finito in carcere?».

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