Maroni: «Sul 75% delle tasse a noi
non c’è nessun passo indietro»

«Per questo facciamo il referendum che costerà molto meno dei 30 milioni previsti».

«Nessun passo indietro sulla questione del 75% delle tasse. Ma se vado a Roma a chiedere di concedercelo, il governo si mette a ridere. Per questo ho deciso di fare ricorso al popolo sovrano. Perché se vado a trattare avendo alle spalle il consenso di 10 milioni di lombardi, le cose cambiano. Per questo abbiamo deciso di fare il referendum consultivo su questo tema». Roberto Maroni torna a parlare del tema caldo che caratterizzò la campagna elettorale vincente di 2 anni fa.

Il Governatore, ha osservato che non si tratta «di una battaglia di una sola parte politica», ricordando che il Consiglio regionale, la consultazione è stata approvata «anche con il sostegno di un importante movimento politico di opposizione». Nella fattispecie il Movimento 5 Stelle. Maroni ha garantito che il referendum sull’autonomia verrà fatto risparmiano rispetto al costo inizialmente preventivato. Lo faremo, ha spiegato, «in due modi: introducendo il voto elettronico e saremo la prima Regione a fare una sperimentazione del genere in Italia. Inoltre porteremo i lombardi al voto insieme ad una tornata amministrativa, quando già sono allestiti i seggi. In totale penderemo molto meno dei 30 milioni previsti».

«Io voglio fare della Lombardia una Regione a Statuto Speciale. In questo sono confortato da un sondaggio molto interessante fatto da Swg. Su questo obiettivo, nel 2013 il consenso era il 41%, nel 2014 è passato al 58%. Questo per un motivo molto concreto: ogni anno vantiamo un credito nei confronti dello Stato di 54 miliardi, cioè la differenza fra quanto paghiamo di tasse e quanto riceviamo indietro. Lombardia a Statuto speciale vuole dire che ci terremo i nostri soldi». Roberto Maroni torna a parlare del tema caldo che caratterizzò la campagna elettorale vincente di 2 anni fa.

« Il progetto della macroregione non si è arenato, anzi, si è evoluto. Questo modello è stato recepito dall’Unione europea che ha promosso la macroregione delle Alpi. Un progetto concreto, con un piano strategico diviso in tre capitoli: infrastrutture, difesa dell’ambiente e sviluppo economico. Un processo partito da oltre un anno, che da ottobre di quest’anno diventa operativo. Questo vuole dire che su questioni importanti, come i fondi Ue, dialogheremo direttamente con Bruxelles e non più con Roma».

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