Messa di ringraziamento per Santa
Geltrude. Beschi: esempio per i giovani

L’Eucaristia fulcro di un’intera esistenza. È questo l’insegnamento di Santa Geltrude, la fondatrice delle Sacramentine, canonizzata domenica 26 aprile da Papa Benedetto XVI. Un rito che ha richiamato sotto il cupolone migliaia di fedeli. «Una presenza impressionante – ha detto mons. Francesco Beschi vescovo di Bergamo -, oltre ogni aspettativa. Incontrando i pellegrini ho visto in loro la gioia di questo riconoscimento, di questa vicinanza da parte della Santa Madre e ciò lo dobbiamo alle Comunità delle Sacramentine sparse in Italia e in varie parti del mondo».

Lunedì mattina monsignor Beschi ha presieduto la solenne Messa di ringraziamento. Di fianco a lui, sull’altare della Cattedra nella Basilica Vaticana hanno concelebrato il vescovo ausiliare mons. Lino Belotti, mons. Giuseppe Morandini, già nunzio in Siria, nativo di Bienno (il paese natale di Suor Geltrude) e con loro altri vescovi – persino dal Malawi –, sacerdoti della nostra diocesi o residenti a Roma.

Un pensiero particolare, quasi un’esortazione, è stata rivolta ai giovani affinché prendano esempio dalla Santa («l’adorazione permette di comprendere l’esistenza di Dio») e ricordino sempre il valore della vita. Prima della conclusione del rito, le religiose hanno consegnato al vescovo una Bibbia proveniente da una Comunità di Sacramentine dell’Ecuador, scritta in lingua equadoregna e in lingua delle popolazioni andine, affinché venga consegnata al Papa. Un gesto che vuole sottolineare che la distanza geografica non conta nulla e che i semi gettati da Suor Geltrude danno ancora frutti. Anche negli angoli più sperduti e dimenticati del pianeta.

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