Meteo: dopo la neve in montagna
sarà una domenica soleggiata

Un'imbiancata di neve sulle Orobie alla fine di settembre, fin sotto i 2000 m di quota, non deve né stupire, né meravigliare. Fa parte del repertorio di fenomeni atmosferici che l'autunno si porta dietro da sempre, e che sta proponendo in questo mese di settembre, ritornato ad una gradita «normalità» meteorologica, come non succedeva da anni.

Possiamo pure chiamarla «burrasca equinoziale», i meteorologi amano definire così i primi bruschi e intensi fenomeni che appaiono a fine settembre. Nel nostro emisfero boreale, sono il primo segnale della ripresa organizzata degli scambi termici fra le masse d'aria di origine polare, che scendono da Nord, con la vecchia aria più mite, che ristagna più a Sud sul Mediterraneo.

Arrivano di solito, appunto, nei giorni dell'equinozio, dopo le prevalenti calme anticicloniche dell'estate, e servono a dare un deciso e significativo stacco alla stagione precedente. L'imbiancata di sabato mattina rientra in tutto questo ed è stata portata da una perturbazione atlantica abbastanza veloce ma piuttosto «cattivella», che in poche ore ha scaricato quasi 60 mm di pioggia sulla parte alta della nostra provincia. Qualcosa in meno, come d'abitudine, in fondo alle Valli e sulla pianura.

Così, lo zero termico che ancora giovedì stazionava a quasi 3.600 metri, una quota quasi estiva, ha dovuto abbassarsi rapidamente venerdì sera fin verso i 2.000 metri, sotto la spinta della perturbazione autunnale in arrivo dalla Francia, e soprattutto a causa dell'aria fredda di lontana origine polare che la spingeva.

Dall'aspetto «bianco» delle nostre montagne, osservate dal fondovalle, si intuiva che la neve era stata presente fin verso i 2.200 metri, già nelle prime ore della precipitazione, mentre è scesa fin verso i 1.800 metri negli ultimi momenti del maltempo, quando l'aria fredda ha fatto un più deciso ingresso in quota e ha introdotto le prime macchie di sereno, sabato mattina.

Può aiutare, a questa diagnosi a distanza, il lavoro del sole di sabato, che ha ripulito i pascoli solo alle quote inferiori. La ventilazione da Nord-Est, che già da mezzogiorno ha riportato il sereno, ha lasciato poi spazio ad un po' di favonio, che ha portato via tutte le nuvole e le nebbie in basso, restituendoci uno spettacolare cielo azzurro, già nel corso del pomeriggio.

Chi ha osservato il barometro di casa durante questi eventi, avrà notato un marcato avvallamento della pressione atmosferica, segnale indubbio del transito del centro di bassa pressione, sabato in giornata, proprio sulla pianura padana.

Singolare che, proprio in corrispondenza dei valori più bassi di pressione (995 millibar alle ore 15, ben -18 mbar rispetto alla «normale»!), sulla nostra pianura padana ci sia stato cielo in prevalenza poco nuvoloso, mentre sulle Alpi svizzere ed austriache continuava a nevicare fino a 1.300 metri e pioveva a dirotto più in basso.

Aiutava a capire tutto questo l'occhio del satellite, che mostrava su di noi un piccolo «cicloncino» delle medie latitudini, e noi ci trovavamo proprio nel suo «occhio» soleggiato. Il maltempo ora è andato oltre e domenica beneficeremo di una giornata in prevalenza soleggiata e limpida, garantita da un po' di favonio, a tratti fino in pianura.

Ci rimane in eredità un discreto raffrescamento dell'aria, che potrebbe lunedì accompagnarsi a qualche nuova nube e delle brevi precipitazioni, specie verso le montagne, dove potrebbe spruzzar neve fin verso i 1.500 metri. Ma da martedì, e fino a fine mese, si dovrebbero riaffermare condizioni di alta pressione, di nuovo col sole ma con qualche primo golfino o giacchetta da prelevare dai cassettoni, specie di primo mattino.

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