«Mia moglie morta a Brescia per un intervento sbagliato»

Antiquaria di Bergamo, 33 anni, operata a Brescia. La denuncia del marito in Procura. La clinica: aspettiamo l’autopsia

A settembre era rimasta colpita da una grave infezione all’intestino, dopo un intervento di routine: Patrizia Rodi, 33 anni, titolare a Bergamo di un negozio di antiquariato in viale Santuario dell’Addolorata (Borgo Santa Caterina), non si è più ripresa ed è morta venerdì sera alle 19,50. Il marito, Massimiliano Tomezzoli, presidente dell’associazione Gruppo amici di Santa Caterina, insieme al padre della donna, Alfonso Rodi, ha già presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Brescia e annuncia battaglia legale.

«Mia moglie – afferma l’uomo – si era sottoposta ad un intervento di laparoscopia esplorativa il 15 settembre all’istituto clinico Sant’Anna, dove lavorava il suo ginecologo: volevamo un bimbo e, dopo due gravidanze purtroppo interrotte, volevamo capire come mai non riusciva più a rimanere incinta». La laparoscopia è una tecnica che trova infatti applicazione in ginecologia, anche per diagnosi o cure relative all’infertilità.

«Ci avevano detto che l’operazione era andata bene, ma dopo mia moglie è stata malissimo. È stata di nuovo ricoverata e operata, ed è stato scoperto che durante la laparoscopia le era stato perforato l’intestino, e questo aveva provocato una grave infezione». La replica della clinica è cauta: «Nessuna dichiarazione nel merito, attendiamo gli esiti di eventuali accertamenti medico-legali». Nelle prossime ore dovrebbe essere fissata l’autopsia.

(15/01/2006)

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