Migranti, il messaggio del Papa
stimolo per un mondo migliore

Martedì 24 settembre, nell'Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, è stato presentato il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiati sul tema: «Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore».

Martedì 24 settembre, alle 11.30, nell'Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, è stato presentato il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (19 gennaio 2014) sul tema: «Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore».

«Migrazione, stimolo per la costruzione di un mondo migliore» commenta don Massimo Rizzi, direttore Ufficio per la Pastorale dei Migranti. «Questo - prosegue don Rizzi - il centro del messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, giunta alla sua centesima edizione.  Il mondo migliore è ciò che vanno a cercare migranti e rifugiati, quando lasciano le proprie terre. Quel mondo è il nostro e dobbiamo leggere il fenomeno migratorio proprio da questo punto di vista. I migranti e i rifugiati sono una risorsa perché cercano un mondo migliore e quindi possono aiutarci a costruirlo insieme».
«Papa Francesco non nega che vi siano dimensioni problematiche e faticose della migrazione: problematiche causate da una lettura distorta del fenomeno, situazioni di emarginazione e povertà, un lavoro sempre meno rispettoso della dignità umana, ma anche la criminalità».
«Non si può negare la realtà anche nei nostri paesi: i fatti di cronaca di questo ultimo mese hanno visto protagonisti di integrazione/disintegrazione scolastica un gruppo di bambini figli di immigrati che si sono ritrovati soli in classe perché i genitori degli alunni italiani hanno ritirato i propri ragazzi; ci hanno raccolto attorno al dolore di due famiglie e di due comunità che hanno pianto i loro figli, ma ancora hanno fatto emergere in modo disilluso stereotipi che non ci aiutano a leggere il fenomeno».
«Tuttavia papa Francesco invita a leggere la realtà migratoria nell'ottica del mistero della creazione che cammino verso la salvezza, lacerata sì dal mistero del male e del peccato, ma chiamata costruire fin d'ora un mondo migliore. Una creazione che rinnova ogni giorno nel cuore dei migranti la fiducia e la speranza che un mondo migliore si può realmente costruire, che quel di più che l'uomo cerca già fin d'ora, quell'umanità nuova da tutti auspicata».
«Un ulteriore elemento viene sottolineato: il ruolo che i mezzi di comunicazione sociale hanno nel fomentare o smascherare stereotipi nella lettura della realtà, dei fatti di cronaca. Anch'essi, televisioni, radio, giornali e nuovi media hanno infatti possono contribuire il compito di farci passare dalla cultura di scarto (sono "nostri" concittadini solo quando eccellono, sono pericolosi stranieri quando delinquono) alla cultura dell'incontro, nella direzione auspicata inizialmente di una costruzione di un mondo migliore. È dunque necessario che vengano ripresi in mano i regolamenti che gli stessi mezzi di comunicazione di massa si sono dati, nel gestire la sottile dimensione della percezione dell'altro».
«Per Francesco questo è il "necessario cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti". Il Papa ci chiede una conversione!!! Ci invita a  vedere nel migrante e nel rifugiato "non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, un'occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo"».
«Questo cambio di approccio può rappresentare la spinta giusta per affrontare le criticità che derivano dalla presenza dei migranti. Così come ha fatto prima Eleonora e poi sua mamma.
La migrazione diviene inoltre un richiamo profetico non solo per la comunità civile e sociale ma anche per la Chiesa, nel portare a compimento quella chiamata di Dio nell'Andare e fare discepoli tutti i popoli.
Ci auguriamo - conclude don Massimo Rizzi -  che anche nella nostra diocesi, che quest'anno ricorda i 20 anni della fondazione dell'Ufficio Migranti, la celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato possa essere un'occasione ulteriore di sensibilizzazione e di crescita verso un modo in cui nessuno è straniero, nessuno è escluso, nessuno è lontano».
don Massimo Rizzi, direttore Ufficio per la Pastorale dei Migranti

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