Cronaca
Mercoledì 02 Luglio 2003
Minorenni a rischio, reati sempre più allarmanti
Violenze sessuali tra giovanissimi, rapine, sassi dai cavalcavia: Bergamo è il cruccio del distretto
Il primato è di quelli che pesano: in quanto a delinquenza minorile, la Bergamasca è la provincia che presenta la situazione più critica del distretto della Lombardia orientale (competente anche su Brescia, Crema, Cremona e Mantova). Niente generalizzazioni – l’incidenza della criminalità under 18 sul totale della popolazione minorenne è del 7-8 per cento – ma una riflessione si impone. S’impone perché è preoccupante, per la gravità dei fatti, il dato sui crimini commessi da questa ristretta, ma non indifferente, percentuale di ragazzi che non hanno ancora raggiunto la maggiore età.
Se le statistiche consentono di aprire uno spiraglio positivo sui numeri – il numero complessivo delle notizie di reato registrato nel distretto è diminuito dell’undici per cento in un anno (1.454 nel 2000-2001 contro le 1.289 nel 2001-2002) –, al contrario la tipologia dei delitti è sempre più grave. Si parla di reati che intaccano beni fondamentali come la libertà personale oppure quella sessuale. In concreto, rapine, violenze e abusi con autori e vittime minorenni.
L’ultimo caso è molto recente: due giovanissimi arrestati in un comune dell’hinterland per aver stuprato una ragazzina. Ma ci sono anche altri esempi, che hanno interessato alcuni paesi della Bassa, dove sono state eseguite misure cautelari, sia in carcere sia agli arresti domiciliari.
La Procura bresciana si è occupata di fatti consumatisi tra ragazzi che si conoscevano perché frequentavano la stessa scuola, l’oratorio oppure un centro estivo. Si tratta di situazioni diverse tra loro per gravità: se da un lato si è registrata anche una violenza di gruppo, che ha coinvolto più ragazzini dello stesso paese, dall’altro ci sono stati episodi meno gravi, a connotazione occasionale. Ci sono stati anche episodi che hanno coinvolto minorenni e, allo stesso tempo, maggiorenni. In questi casi le Procure rispettivamente competenti agiscono con unità d’intenti e con provvedimenti contestuali che permettono di intervenire contemporaneamente sui giovanissimi e sugli adulti.
Questo sul fronte delle violenze sessuali. Ma ci sono anche le rapine. Tra poco più di un mese un ragazzino bergamasco comparirà davanti al giudice per rispondere di numerossisimi colpi. Se prima i minorenni finivano nei guai in gran parte per furti, ricettazione di piccoli oggetti o danneggiamento, ora la situazione è peggiorata. Accanto a quegli episodi compaiono nuove imputazioni, come rapina ed estorsione: ragazzini che minacciano i coetanei con un coltello per farsi consegnare il motorino appena comprato o che taglieggiano i compagni di scuola per avere le scarpe da tennis, il telefonino, una piccola somma di denaro, il capo d’abbigliamento firmato.
A volte la rapina è connessa alla necessità di reperire denaro per procurarsi della droga, almeno fino a quando il minorenne non riesce a diventare l’anello di una catena di spaccio che gli consente di ottenere la propria dose diventando a sua volta «venditore», il cosiddetto «pusher». In molte discoteche – avvertono gli inquirenti coordinati dal procuratore dei minori – gira parecchio stupefacente, soprattutto ecstasy e anfetamine. Ma ci sono anche casi diversi, come quello di due ragazzine fatte arrestare dalla Procura bresciana perché spacciavano cocaina in pieno centro, in una delle vie principali della città, dove c’era un monolocale che faceva capo ai loro fidanzati, maggiorenni, utilizzato come base per il traffico.
I minorenni si sono resi protagonisti, in negativo, anche di altri episodi: violenze nei confronti della forza pubblica, lanci dei sassi dai cavalcavia, scambio di immagini a sfondo pedopornografico via internet fatto, quest’ultima – sottolineano gli inquirenti – spesso per gioco, senza la consapevolezza che si tratta di un reato. La nostra provincia ha fatto registrare il caso più grave a febbraio, quando un sedicenne sordomuto ha dato fuoco, uccidendoli, alla zia e al nipotino di tre mesi. Il ragazzo comparirà davanti al giudice il 13 agosto prossimo. Ora è in carcere dove – dice il procuratore Emilio Quaranta – si sta riprendendo ed è notevolmente migliorato».
Sa. Ga.
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