Musica alta e motorini truccati a Treviolo
Allarme giovani: «Sono allo sbando»

C’è un quartiere a Treviolo, in via san Biagio, con un piccolo parco antistante ad un grande complesso edilizio degli anni Ottanta.

«Ogni sera di bel tempo l’intero quartiere non può assolutamente godere della tranquillità che gli sarebbe propria, perché costretto a sottostare al fragore di un continuo via vai di motorini da motocross o dalla marmitta truccata che si esibiscono nella strada antistante in evoluzioni acrobatiche, oltre al vociare, alla musica e a suonerie di cellulari sparate a volume alto, nell’evidente scopo di provocare disagio agli abitanti». A denunciare il problema una residente della zona.

«Sabato sera 24 gennaio, invitati desistere dalla loro condotta fastidiosa, invece di scusarsi hanno sfrontatamente urlato che cosa volevamo, che in un luogo pubblico potevano fare quello che volevano e, burlandosi di noi, di chiamare pure i carabinieri. Questi, chiamati, non sono intervenuti, come mai mi risulta essere davvero intervenuto il Comune con i suoi vigili, se non per fare qualche giro formale quando tutto è tranquillo e tassare l’auto del residente che ha magari lasciato l’auto in sosta vietata».

«Evidentemente, i comuni cittadini hanno un luogo ed esistono solo quando devono pagare le tasse, mentre per i diritti non sembra esserci altro luogo che per chi è più prepotente. La conseguenza di una tale trascuratezza nell’esercitare l’autorità è un’escalation dove ai motorini si sono aggiunte macchine chiamate evidentemente con la loro sarabanda a dare man forte agli amici. Uno, sceso da una di quelle auto, ha addirittura invitato il mio vicino a scendere a vie di fatto, che avrebbe chiamato il proprio padre a spalleggiarlo, il quale a suo dire “gli avrebbe fatto vedere lui “».

E la lettrice continua: «Questi ragazzi sembrano aver perso il senso del limite» e chiede un intervento delle forze dell’ordine e delle famiglie: «Il rumore che deturpa diventa allora il solo modo di informare di sè il mondo, nella rivalsa contro di esso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA