Omicidio a Catania: accusati due impresari di Grassobbio

Omicidio a Catania: accusati due impresari di GrassobbioAbitano entrambi a Grassobbio, in via Roma, i due imprenditori edili, padre e figlio, accusati di aver ucciso la notte scorsa a Catania due contadini.

Si tratta di Giuseppe e Luigi Ingallina, rispettivamente di 52 e 29 anni: Luigi è titolare, a Grassobbio, della «Edil Faby», per la quale lavora anche il padre Giuseppe.

Anche le vittime sono padre e figlio: Gianni e Antonio Puccia, rispettivamente 47 e 22 anni.

Al duplice delitto si è arrivati dopo che Antonio Puccia - che aveva lavorato per l’impresa di Luigi Ingallina - ha contestato all’ex datore di lavoro il fatto che questi gli avrebbe trattenuto soldi dalla busta paga a sua insaputa.

L’omicidio è avvenuto a tarda ora in contrada Giandritto di Grammichele. I carabinieri di Catania non hanno dubbi sul fatto che siano stati i due bergamaschi a sparare - poiché sono stati praticamente colti il flagrante - ma stanno ancora cercando di capire chi abbia effettivamente premuto il grilletto. Non è neppure stato escluso dagli inquirenti che entrambi abbiano esploso i colpi mortali.

Tutto è accaduto in strada, ad un incrocio del rione abbastanza animato: nonostante l’ora molti erano ancora in giro per colpa del gran caldo.

I quattro si sono incontrati all’1 di notte, e subito è nata una prima lite. Poi i quattro - cui si è aggiunto il fratellastro di Antonio Puccia - hanno deciso di spostarsi altrove. Ma poco più tardi la seconda lite, fatale. Dalle parole si è passati ai fatti, fino a culminare nella sparatoria.

La pistola è una calibro 7,65 detenuta illegalmente e ritrovata dai carabinieri. In tutto sono stati sparati 10 colpi, cinque dei quali andati a segno.

Prima - secondo la ricostruzione dei carabinieri - è stato ucciso Gianni Puccia: poi mentre il figlio e il suo fratellastro stavano tentando di caricare l’uomo in macchina per portarlo in ospedale, sono partiti i colpi che hanno freddato Antonio Puccia. E questo avvalorerebbe la tesi che a sparare potrebbero essere stati sia Luigi che Giuseppe Ingallina.

Luigi era partito per Catania domenica: a Grassobbio abita con la moglie e due figli. Nello stesso edificio abita, con la moglie, anche il padre Giuseppe. Ora entrambi sono in carcere a Caltagirone.

(14/8/2003)

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