Omicidio Cantamessa, chiesto l’appello
Il legale di Vicky: «Fu legittima difesa»

L’indiano Vicky Vicky era stato condannato in primo grado a 23 anni e 20 giorni dalla Corte d’Assise di Bergamo per aver ucciso la dottoressa Eleonora Cantamessa e il suo stesso fratello Baldev Kumar, investendoli a Chiuduno la sera dell’8 ottobre 2013. Il suo difensore, Benedetto Maria Bonomo, ha presentato il ricorso a Brescia. La Procura generale, invece, ha invocato una pena più severa.

Nella richiesta di appello il legale sostiene la tesi della «legittima difesa putativa»: in estrema sintesi, secondo il difensore Vicky negli attimi concitati della rissa a Chiuduno avrebbe commesso un errore nella valutazione e nella reazione, scambiando il fratello (ferito a terra dopo essere stato picchiato da altri connazionali) e la dottoressa Eleonora Cantamessa (che s’era fermata a prestare soccorso) per gli aggressori.

Vicky era piombato su di loro in auto dopo essere fuggito dall’aggressione ed essere tornato indietro: secondo il difensore tra la fuga e il ritorno era passato così poco tempo che l’indiano non era riuscito a valutare correttamente quanto stava succedendo e a rendersi conto che nel frattempo era arrivata la dottoressa.

Anche la Procura generale nei mesi scorsi ha presentato appello, chiedendo invece una pena più severa per Vicky: il pg sostiene, tra le altre cose, che sarebbe sbagliata la concessione dell’attenuante della provocazione: Vicky Vicky non se l’è presa con chi (i connazionali Ram) lo avrebbe provocato, ma contro persone innocenti, agendo con «elevata sproporzione».

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