Omicidio di Scanzo, Ardenghi:«Non ho sparato ai due rumeni» 

«Non ho sparato ai due rumeni. Sono arrivato quando era già tutto finito. Con mio cugino abbiamo nascosto i corpi e poi siamo scappati». Lo ha detto al gip del Tribunale di Bergamo, Patrizia Ingrascì, Alessandro Ardenghi, il 57enne accusato di concorso in duplice omicidio e occultamento di cadavere per l’assassinio di Dorin Cozman, 28 anni, e Mircea Trif, di 28, i due rumeni uccisi a colpi di fucile giovedì a Scanzo. Per lo stesso reato è in carcere a Cremona Giuseppe Poretti, 56 anni, cugino di Ardenghi e con lui convivente nella dimora di Scanzorosciate dove si è consumato l’omicidio, considerato l’esecutore materiale del delitto e bloccato venerdì sulla strada per Romanengo a bordo di un furgone sul quale i corpi erano stati nascosti. Sulla convalida del fermo di Ardenghi il magistrato di Bergamo deciderà domani. Agli investigatori l’uomo ha fornito la sua versione dei fatti. Ardenghi ha detto che al momento del litigio tra i rumeni e Poretti si trovava sul balcone dell’abitazione. Uditi gli spari, sarebbe sceso al piano terra, nascondendosi dietro il furgone. Solo a tragedia avvenuta Poretti lo avrebbe chiamato, facendosi aiutare a far sparire i cadaveri e a sbarazzarsi della Rover a bordo della quale i rumeni erano arrivati. Ardenghi e il cugino avrebbero raggiunto, con la loro Panda, la casa di quest’ultimo a San Giovanni Bianco, per trascorrervi la notte: lì si sarebbero disfatti degli abiti sporchi di sangue e li avrebbero bruciati. Intorno alle 4 di venerdì mattina, però, quando Ardenghi si è risvegliato, Poretti era già sparito. Con la stessa Panda era tornato a Scanzo da dove, a bordo del furgone, era ripartito verso il Cremonese. Ardenghi sarebbe quindi tornato a Bergamo a piedi e, dopo avere contattato l’avvocato, si sarebbe presentato in Procura.(08/08/2006)

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