Orio e l’appalto della pista
«Sacbo non dovrà risarcire»

Il Consiglio di Stato dà ragione a Sacbo: nessun risarcimento per l’impresa Cavalleri di Dalmine.

L’intervento per il rifacimento della pista, eseguito dall’Associazione temporanea d’Impresa (Ati) guidata dalla Vitali di Cisano Bergamasco, è ormai un lontano ricordo, dato che è stato ultimato a inizio giugno. Ma se i lavori sono stati materialmente eseguiti a tempo di record, lo stesso non si può dire per i tempi della relativa vicenda legale, solo ora giunta al termine dopo una lunga serie di ricorsi e controricorsi.

Protagonisti della lunga e tortuosa vicenda legale, che ha visto al centro la gigantesca commessa da oltre 40 milioni di euro, sono stati da un lato Sacbo e dall’ altro l’Ati guidata dalla Cavalleri di Dalmine (e di cui facevano parte la milanese Cic e le bergamasche Milesi Sergio, Assolari e Sirti), che in un primo momento si era aggiudicata i lavori, salvo poi essere esclusa dalla gara per difformità dell’offerta ai requisiti di gara. La revoca dell’appalto (e la successiva assegnazione all’Ati guidata da Vitali) costituì dunque l’origine della lunga battaglia legale.

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