Ormeggi temporanei vietati, turisti in difficoltà sulle rive del Sebino

Il Lago d’Iseo, come la Costa Smeralda. Per ormeggiare 15 giorni barche e gommoni, i turisti debbono pagare per tutto l’anno l’occupazione temporanea di «aree demaniali». La cifra è quasi da hotel: 320 euro per il natante di dimensioni più ridotte. Incredibile ma vero, non è data la possibilità di pagare tariffe giornaliere per l’ormeggio nel periodo delle vacanze.Insomma, più cala l’acqua del lago (e aumentano i disagi) e più rincarano i costi a carico dei turisti locali e stranieri che scelgono le suggestive rive del Sebino.Ma c’è di più: al caro-boa bisogna aggiungere la trafila burocratica che richiede addirittura un mese di attesa per ottenere un attracco in concessione. La bella sorpresa è stata recapitata proprio in questi giorni, in cui il numero di presenze dei turisti provenienti da mezza Europa raggiunge il top, sottoforma di sgargianti avvisi appiccicati a barche e gommoni, recanti l’invito a «levare le ancore» e staccare barche e gommoni dalle boe temporaneamente assicurate al fondale del lago. Pena il sequestro dei natanti.Un’operazione di controllo legittima, che sarebbe stata compresa meglio se fosse stata avviata all’inizio della stagione, invece che nel bel mezzo, spiazzando i turistiNon c’è dubbio che, sotto il profilo legislativo, l’iniziativa del Consorzio Gestione Associata dei laghi d’Iseo, Endine e Moro, non faccia una piega.Del resto, lo spiega bene anche il presidente dell’Ente sovracomunale che ha sede a Sarnico, Giuseppe Tobia Faccanoni: «Applichiamo semplicemente la normativa di riferimento che corrisponde alla legge regionale n. 22/98, per la disciplina del trasporto sulle aree demaniali. La legge prevede che per l’uso delle boe venga inoltrata richiesta al Consorzio, il quale gestisce oltre 1500 posti barche. Quanto ai tempi per il rilascio della concessione, il nostro Ente si limita ad inviare celermente le richieste ai Comuni di competenza. Tuttavia, i tempi si dilungano a causa dell’obbligo di legge che impone 15 giorni di pubblicazione delle richieste all’albo dei municipi competenti, per eventuali segnalazioni. Un ostacolo che non dipende dal Consorzio. Solo al termine di questo iter, se il parere del Comune è favorevole, provvediamo alla consegna delle boe».Un modo per «spiazzare» almeno in parte la burocrazia – aggiunge il presidente Faccanoni – il Consorzio l’ha trovato, ed è stato adottato da una buona parte dei 40 campeggi operativi sul Sebino: stipulare contratti di occupazione di area a pagamento su cui predisporre le boe da «subaffittare» ai turisti.A parte il fatto che in questo modo i costi lievitano per l’utente finale, la domanda nei mesi estivi è di gran lunga superiore all’offerta. Morale della favola, stando a rigor di legge, i turisti che non possono disporre delle boe dei campeggi, si vedono costretti ogni volta a fare sue giù dal lago con la barca, tra i disagi che si possono immaginare.E non si può dare torto a Franco Nulli, titolare del Campeggio del Sole, il più attrezzato e frequentato dagli stranieri tra i campeggi del Sebino, quando dice che: «Oltre al problema delle boe va considerato anche quello dell’abbassamento idrico del lago che rende più difficile l’utilizzo degli scivoli per varare quotidianamente le imbarcazioni. La conseguenza di tutte queste difficoltà è che molti stranieri preferiscono andarsene altrove».Verrebbe da dire che il turismo sul Sebino è arrivato al «giro di boa». Abusiva. Certo, con un po’ di severità, l’«operazione» potrebbe portare nelle casse del Consorzio qualche centinaia, o forse migliaia di euro. A spese, però, dell’attività turistica e dell’economia dei paesi rivieraschi.(03/07/2006)G. Fr.

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