Orobie, il Parco in difesa dell’orso JJ5

L’orso non si tocca. Dopo il «raid fotografico» che ha documentato la presenza dell’orso, JJ5, in Alta Valle Brembana, e che ha scatenato la curiosità sul nuovo inqulino delle nostre montagne, l’autorità del Parco delle Orobie ha emesso un’ordinanza per evitare qualsiasi disturbo all’orso: niente foto o riprese, niente bocconi di cibo e nemmeno sorvoli della zona con l’elicottero.Nell’ordinanza, firmata dal presidente del Parco delle Orobie si vieta espressamente «qualsiasi forma di attività antropica che possa direttamente o indirettamente determinare ed arrecare disturbo al naturale comportamento e alla libera espressione di tutte le caratteristiche etologiche, biologiche ed ecologiche dell’esemplare di orso bruno presente sul territorio delle Alpi Orobie».Si vieta inoltre «qualsiasi forma di alimentazione e foraggiamento artificiale», il sorvolo di velivolo non autorizzato dal Parco, «salvo quanto definito dalle leggi sulla disciplina del volo», qualsiasi osservazione, o ripresa fotografica o televisiva ravvicinata che non sia espressamente autorizzata dal Parco. L’orso, dunque, non va disturbato e la polizia forestale è incaricata di vigilare.Parallelamente all’ordinanza, il Parco delle Orobie ha disciplinato e formalizzato l’iter amministrativo per il risarcimento di danni effettuati dall’orso che, alla ricerca di cibo, potrebbe causare danni ad animali domestici al pascolo, alveari, frutteti e altre colture. La modulistica ufficiale per inoltrare la richiesta di indennizzo per danni da predazione da orso bruno e tutte le informazioni operative sono in distribuzione nelle sedi del Parco Orobie Bergamasche, (via Camozzi 111, Bergamo), del Corpo Forestale di Bergamo, dei Servizi Veterinari del ASL di Bergamo e del Servizio Faunistico della Provincia di Bergamo.Intanto, l’orso continua a muoversi senza tenere conto dei confini: si tratta infatti di una specie mobile che necessita di un vasto habitat. È quindi importante che tutti gli enti coinvolti e i Comuni del Parco collaborino tra loro. Con l’obiettivo di fare il punto della situazione, di scambiare le informazioni sullo spostamento dell’orso, coordinare le misure di gestione di questo esemplare, mettendo a punto una vera a propria strategia di gestione dell’orso bruno, mercoledì 17 settembre la Regione Lombardia riunirà le Direzioni dei Parchi regionali e delle Aree protette con il “gruppo di studio, ricerca e coordinamento dell’orso bruno” e con i referenti scientifici di tutte le realtà territoriali lombarde coinvolte nella gestione del ritorno dei grandi predatori sulle Alpi. Ma passata l’estate cosa farà ora l’orso? «L’orso - conclude Luca Pellicioli, consulente veterinario del Parco - è una specie a vita prevalentemente crepuscolare-notturna ed in costante movimento. Ora che la situazione in alpeggio si è modificata rispetto al periodo estivo, in considerazione della demonticazione (ritorno degli animali alle sedi invernali) dei grossi greggi di ovicaprini, sarà interessante verificare il suo comportamento. Il monitoraggio dei suoi prossimi spostamenti ci consentirà sia di sviluppare future strategie di conservazione sia di verificare se tale specie riterrà idoneo il nostro ambiente per trascorrere il periodo fisiologico del letargo che inizierà a novembre». La raccomandazione del Parco delle Orobie, anche in questo caso, è a tutela della selvaticità dell’orso: lasciamo che decida dove ritenga opportuno svernare.(10/09/2008)

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