Ospedale di Trescore, parte la sperimentazione

Una ventina di posti in più per curare patologie neurologiche come il Parkinson o l’Alzheimer

Il Sant’Isidoro, l’ospedale di Trescore ormai prossimo a festeggiare i 160 anni di vita, è pronto ad avviare il progetto di sperimentazione che l’azienda ospedaliera Bolognini di Seriate (da cui dipende) e la Fondazione europea di ricerca biomedica di Milano hanno concordato per il potenziamento della struttura assistenziale trescorese, che - per almeno i prossimi tre anni - sarà gestita dalla fondazione belga. Al termine della sperimentazione (prorogabile di ulteriori tre anni di consolidamento), e comunque solamente dopo averne accertato la validità, sarà poi costituita una società mista a prevalente partecipazione pubblica: l’azienda ospedaliera avrà il 51% del capitale, quella d’Oltralpe il 49.

Scopo del progetto, sperimentare nuovi modelli assistenziali non soltanto legati alla riabilitazione motoria in senso stretto (in seguito cioè ad eventi traumatici), ma anche a patologie neurologiche sempre più diffuse nell’anziano, come il Parkinson o l’Alzheimer, dove il nuovo Sant’Isidoro punta dichiaratamente ad occupare un posto di primo piano, anche di rilevanza nazionale. Ma tra le malattie di cui la struttura di Trescore vorrebbe occuparsi ci sono anche quelle legate ai disturbi del comportamento alimentare, in particolare l’Anoressia, per la quale non è escluso che in tempi brevi si possa aprire un ambulatorio.

Il potenziamento del Sant’Isidoro - almeno dal punto di vista strutturale - muoverà i primi passi nel giro di un paio di mesi (salvo intoppi burocratici), passando da un investimento complessivo di due milioni e mezzo di euro che consentirà la realizzazione di una nuova ala dove ricavare 19 posti letto in più rispetto agli attuali 73. In particolare, gli interventi previsti riguarderanno l’Unità operativa di Riabilitazione (che passerà da 32 a 62 posti letto, di cui 5 di day hospital) e l’Unità operativa di Medicina generale (che sarà ristrutturata in 15 posti di Medicina generale e altrettanti di Lungodegenza). Inoltre, la Fondazione pagherà alla «Bolognini» un canone annuo di 620 mila euro, un’indennità di ingresso di 200 mila euro, nonchè una partecipazione agli utili di gestione da parte dell’azienda ospedaliera di circa il 20%.

(18/09/2003)

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