Otto ore sotto torchio per i 14 manifestanti del corteo anarchico

Otto ore sotto torchio per i 14 manifestanti del corteo anarchico, arrestati per i disordini che si sono scatenati alla Celadina sabato scorso nell’ambito della manifestazione organizzata per protestare contro le carceri e il sistema penitenziario. Il giudice Patrizia Ingracì, ha ascoltato le versioni di tutti quanti nel corso degli interrogatori che si sono protratti dalle 9 alle 17 di oggi. Tuttavia, si è riservata di prendere una decisione nella giornata di domani sulla convalida o meno degli arresti e quindi sulla permanenza in carcere dei manifestanti finiti in manette.Il bilancio degli scontri annovera anche numerose denunce. La manifestazione non autorizzata, organizzata da alcuni gruppi anarchici che hanno mobilitato oltre un centinaio di persone, era diretta alla Casa circondariale di via Gleno. I manifestanti, attrezzati per la guerriglia urbana, con bombe carta, spranghe, bottiglie e chiodi, erano però stati fermati all’incrocio tra via Pizzo Redorta e via Gleno dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Poco dopo sono scoppiati gli scontri.

Gli investigatori stanno inoltre cercando di accertare se sono da collegare con la manifestazione violenta gli episodi avvenuti ore più tardi: l’esplosione di due bombe carta contro le vetrine dello sportello di Banca Intesa a Nembro, e le vetrate della filiale di Città Alta della Banca Popolare di Bergamo, frantumate con 18 colpi di mazza. Sotto indagine anche le picconate inferte alle vetrate della filiale di Longuelo del Credito Bergamasco.

(15/11/2005)

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