Panni stesi sulla via, multe in vista

Cosa hanno in comune la lunghezza di un guinzaglio per cani, i panni stesi ad asciugare, un sexy shop e una carovana di nomadi? La risposta sta nel nuovo regolamento di polizia urbana di Covo. Un documento, approvato in Consiglio comunale dalla maggioranza «Nuove prospettive per Covo» guidata dal sindaco Carlo Redondi, che sembra cimentarsi nell’ardua impresa di elencare nel dettaglio le regole della convivenza civile. Nei 79 articoli del testo gli aspetti singolari non mancano: il regolamento sancisce che i cani di grossa taglia debbano circolare stretti a guinzagli non più lunghi di 80 centimetri, per evitare che l’animale sfugga facendo danni. Un’altra disposizione invece vieta la possibilità di lavare persone, animali e oggetti in luogo pubblico.

Tanta scrupolosa precisione ha suscitato perplessità, emerse anche durante la seduta consiliare. Armando Forlani, capogruppo della «Lista per Covo», metro alla mano, ha dimostrato che 80 centimetri di guinzaglio non bastavano a gestire con agio un cagnolino di piccola taglia. E la disposizione sui lavaggi in strada ha lasciato forti dubbi: si incorre nella sanzione pulendo l’auto così come il portachiavi?

«Siamo partiti dall’esigenza di aggiornare delle disposizioni vecchie di 40 anni - spiega il sindaco Redondi - il regolamento vigente infatti risale al 1964. Inoltre abbiamo stretto una convenzione per la polizia locale con i Comuni di Fontanella, Pumenengo e Barbata che dispongono già di un regolamento. Il testo base è quindi simile, ma abbiamo cambiato alcuni punti proprio perché ci sembrava di entrare troppo nella privacy dei cittadini». Il sindaco fa l’esempio dei panni stesi. «Il testo originale era un divieto generico ma abbiamo preferito mitigare indicazioni come queste, specificando che i panni non vanno stesi di fronte alla pubblica via per ovvie ragioni estetiche e pratiche».Un altro dei punti «caldi» è quello relativo all’apertura di sexy shop. Le disposizioni sugli atti contrari al decoro e alla decenza sono chiare: nel territorio comunale viene fatto assoluto divieto di aprire e gestire simili attività. Quasi a dire «niente sesso, siamo covesi», ma in realtà le pubblicazioni osé in edicola possono restare purché non vengano esposte al pubblico. «In Consiglio ci hanno dato dei bacchettoni - racconta Redondi - ma di recente mi è capitato un episodio che mi ha portato a riflettere: ho accompagnato la figlia di un amico in edicola a comprare un Topolino e sono rimasto di stucco davanti a una parata di pubblicazioni per adulti. Materiale del genere non va esposto, fermo restando che gli adulti possono comprare ciò che desiderano».

Porte chiuse ai «libertini» quindi, ma anche alle carovane dei nomadi. Il regolamento vieta soste in aree pubbliche e pure insediamenti in spazi privati. «È una decisione che risponde a una semplice necessità di ordine pubblico - afferma Redondi -. I nostri comuni hanno retto molto male all’arrivo dell’immigrazione, a Covo il fenomeno rappresenta il 10% della popolazione. Sono venuti a contatto modi di vita diversi che non hanno a che vedere con la nostra cultura. Dobbiamo fare i conti con situazioni che dieci anni fa erano impensabili».

(01/03/2005)

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