Parte la sperimentazione del taser
La Polizia potrà usarlo per immobilizzare

Le forze dell’ordine stanno testando le pistole elettriche conosciute come taser. Polizia e carabinieri le utilizzeranno inizialmente a Milano, Brindisi, Caserta, Catania, Padova e Reggio Emilia, mentre in una seconda fase si estenderà a tutta Italia.

Agenti di polizia e carabinieri potranno dunque usare l’arma che rilascia una scarica elettrica di intensità regolare di cinque secondi. In che modo? Dal taser partono due freccette, collegate a un filo, in grado di colpire obiettivi fino a sette metri di distanza. L’arma ha a disposizione un colpo di riserva, nel caso in cui il primo andasse a vuoto. L’ipotesi di utilizzare il taser era stata valutata già nel 2014 quando, con Angelino Alfano al ministero dell’Interno, era stato approvato un emendamento dentro al decreto legge sulla sicurezza negli stadi per avviarne la sperimentazione da parte dei reparti mobili. Ora è arrivato il via libera con una circolare firmata dal capo della direzione anticrimine e partita il 20 marzo scorso. La sperimentazione durerà da uno a tre mesi. Attraverso le scariche, la pistola taser blocca i muscoli della persona fermata nel caso in cui resista all’arresto o cerchi di aggredire agenti o persone. In sostanza, stordisce l’obiettivo, dando modo a poliziotti e militari di bloccarlo evitando colluttazioni fisiche. Si tratta in ogni caso di uno strumento che può provocare danni muscolari e problemi cardiaci, arrivando a interferire con dispositivi medici come il pacemaker.

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