Passò 7 anni in carcere per un errore giudiziario Il Ministero condannato a pagare 4 milioni di euro

Daniele Barillà era stato vittima di un clamoroso errore giudiziario in conseguenza del quale aveva trascorso in carcere sette anni e mezzo, gran parte dei quali nel carcere di Bergamo. Era stato scambiato per un boss della cocaina che aveva una Fiat Tipo rossa come la sua

Quattro milioni di euro, poco meno di 8 miliardi di lire. È la somma che il Ministero dell’Economia è stato condannato a pagare all’ imprenditore di Nova Milanese, Daniele Barillà. Barillà era stato vittima di un clamoroso errore giudiziario in conseguenza del quale aveva trascorso in carcere sette anni e mezzo, gran parte dei quali nel carcere di Bergamo. Era stato accusato di essere un trafficante di cocaina, ma dopo anni era stato completamente prosciolto in sede di revisione del processo. La decisione di condannare il Ministero è stata presa dalla seconda sezione penale della Corte di Cassazione, con decisione definitiva: nell’ istanza di riparazione dell’errore giudiziario, promossa davanti alla Corte di Appello di Genova, Daniele Barillà - che era assistito dall’ avvocato genovese Mauro Ferrando - aveva chiesto un risarcimento di sei milioni 200 mila euro, cioè circa 12 miliardi di lire. L’imprenditore, allora titolare di un negozio di articoli elettrici, era stato arrestato nel febbraio del 1992 poco distante da Milano dai carabinieri del Ros di Genova, coordinati dall’allora capitano Michele Riccio, successivamente arrestato perché accusato di pagare i confidenti con la cocaina. In sede di revisione del processo è stato accertato che Barillà era stato scambiato con un trafficante di droga che si spostava su di una macchina identica alla sua, una Fiat Tipo di colore rosso: l’imprenditore - innocente - era stato condannato a 15 anni. Dopo l’arresto del capitano dei carabinieri Michele Riccio, avvenuta nel 1997, la Corte d’appello del capoluogo ligure aveva accettato l’istanza di revisione proposta dall’imprenditore ingiustamente accusato e detenuto, e nel luglio del 1999 era finita la terribile odissea di Daniele Barillà, assolto e scarcerato.

Nella foto Daniele Barillà nel 1999, appena scarcerato.

(7/2/02)

Su L’Eco di Bergamo dell’8 febbraio 2002

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