Pazienti soli: una rete contro l’isolamento

Fornire un supporto ai pazienti psichiatrici gravi che vivono da soli: è l’obiettivo del programma avviato in questi giorni dal dipartimento di salute mentale degli Ospedali Riuniti per restituire ai malati la capacità di partecipare attivamente alla vita della comunità e alla gestione della propria salute, intesa non solo come assenza di patologie, ma anche come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Il progetto "Pazienti soli" coinvolgerà circa 40 persone seguite dal centro psico sociale di via Tito Livio, di cui è responsabile Emanuele Amato. La struttura ambulatoriale della Psichiatria II del dipartimento di salute mentale dei Riuniti di Bergamo è punto di riferimento per un territorio di circa 125.000 abitanti, tra il capoluogo e alcuni Comuni dell’hinterland. L’obiettivo è duplice: innanzitutto aumentare l’emancipazione del paziente psichiatrico, rafforzando la sua capacità di fruire delle possibilità offerte dal tessuto sociale di riferimento; in secondo luogo, combattere i pregiudizi che ancora ostacolano le relazioni interpersonali dei pazienti psichiatrici. L’iniziativa è il primo esperimento del genere in Italia.Alla base di questo progetto c’è, da un lato, la consapevolezza che vivere in una condizione di solitudine peggiora in modo rilevante l’evoluzione e la prognosi delle principali e più gravi malattie mentali; dall’altro la convinzione che spesso l’intervento terapeutico circoscritto al solo ambito ambulatoriale e solo alla relazione medico-malato è insufficiente, perché incide poco sui problemi che si creano tra il paziente e il suo contesto ambientale. I risultati saranno misurati attraverso una nuova valutazione della qualità della vita soggettivamente percepita dal paziente, mediante questionari strutturati, e utilizzando come indicatore significativo anche l’eventuale riduzione delle giornate di degenza. (23/06/2008)

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