Pedemontana lombarda: Banca Intesa interessata a entrare in società

La Banca Intesa potrebbe entrare a far parte della società incaricata di realizzare la Pedemontana lombarda. Con un costo previsto di 4,3 miliardi di euro, il nuovo asse stradale che attraversa l’ alta Pianura Padana da Bergamo a Varese, sarà la più grande infrastruttura europea in project-financig.

È di ieri, infatti, la dichiarazione dell’ amministratore delegato di Banca Intesa Corrado Passera, che ha sottolineato l’interesse dell’ Istituto «a far parte di questi progetti». Il rifinanziamento, lo scorso 24 settembre, aveva incontrato la piena adesione della Milano Mare (l’ ex Serravalle socia al 50%), la quale si era resa disponibile anche per un prestito ponte, a fronte invece di una posizione più interlocutoria di Autostrade (in possesso del restante 50%). I rappresentanti di quest’ ultima avevano formalizzato in assemblea un auspicio dell’ ad Gamberale sull’ apertura della compagine a nuovi soci, per «assicurare al progetto le migliori condizioni di fattibilità tenuto conto del grande impegno previsto», fatto salvo il rispetto della tabella di marcia del progetto, per il quale ci sarà la prima presentazione ufficiale al ministero dell’ Ambiente il prossimo 16 novembre.

Quello della Pedemontana Lombarda, secondo l’ amministratore delegato di Banca Intesa, «é uno dei temi aperti, ci teniamo molto a far parte di questi progetti, le modalità dipenderanno poi sia dagli altri soci sia dalla effettiva possibilità, ma il sistema infrastrutturale delle autostrade lombarde è una delle cose importanti della regione».

Una manifestazione di interesse salutata positivamente dal presidente di Autostrade Gian Maria Gros Pietro.

Attualmente la Pedemontana lombarda è al 50% di Autostrade e al 50% della Milano Mare, l’ ex Serravalle nel cui capitale sono presenti, tra gli altri, la Provincia e il Comune di Milano. E Proprio da Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano, che controlla il 36,7% della Milano Mare, giunge l’ auspicio che «Banca Intesa possa entrare con una quota non simbolica ma significativa, compresa tra il 10 e il 20% del capitale».

(20/10/2004)

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