Pedofilia e truffe, rischi su Internet
A Bergamo 27 denunce nel 2009

Quanto è alto il rischio che corrono bambini e ragazzi navigando in Internet? Il sostituto commissario Francesco Francolino e la assistente capo Silvia Beni della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Bergamo sostengono che è «abbastanza».

Nel 2008 la squadra bergamasca di otto agenti che monitora la rete, ha fatto 78 denunce delle quali 15 per pedofilia on line e 63 per truffa. Nel 2009 le denunce sono già 27, delle quali 4 per reati di pedofilia e 23 per truffa. «Per quanto riguarda i reati connessi alla pedofilia – spiega il commissario Francolino – le denunce riguardano soprattutto lo scarico e la detenzione di materiale pedopornografico. Non abbiamo finora scoperto casi di produzione di materiale, mentre si sono verificate denunce di genitori per tentativi di adescamento via Internet o attraverso il cellulare. Le truffe sono le più varie: dalle finte lotterie al pagamento con assegni scoperti, accreditati on line, per importi maggiori del dovuto, per cui poi si chiede la restituzione del sovrappiù, ma si arriva anche alla clonazione di siti di aziende o istituti di credito per essere più credibili».

Nel complesso, sostiene la polizia, il numero dei reati in Internet è abbastanza stabile, cambiano però le modalità. «I minori lasciati soli a navigare rischiano non solo l’incontro con malintenzionati – osserva Silvia Beni – ma anche di essere vittime di truffe per finti acquisti o di essere derubati dei dati personali».

La Polizia Postale e delle Telecomunicazioni ha partecipato lo scorso anno al programma di prevenzione nelle scuole lanciato dall’Ufficio scolastico e dalla Provincia «La scuola ricomincia navigando», ottenendo un tale successo che gli interventi sono proseguiti nel 2009 con una trentina di scuole contattate. «É un lavoro di sensibilizzazione che facciamo volentieri – afferma il commissario Francolino – perché ci rendiamo conto che serve».

Per avere un Internet sicuro bisogna che il computer sia messo in una stanza comune, più facile da sorvegliare, che vengano installati i programmi di protezione e che, soprattutto, in famiglia si parli, di Internet e d’altro. Sono d’accordo i tecnici Microsoft che hanno accettato di parlare nelle scuole sui rischi della rete: Ferruccio Spada, Resource Manager della Divisione Servizi, e Giorgio Malusardi, Microsoft Evangelist, si sono recati nelle scuole primarie di Ciserano, di Verdellino e di Zingonia, e nell’Istituto comprensivo Aldo Moro di Seriate, raggiungendo 350 studenti e circa 100 genitori.

Ferruccio Spada si è concentrato sull’importanza di mantenere riservate le informazioni personali: «Il 90% dei ragazzi che ho incontrato chatta e naviga, il 10% ha un blog personale. Non ci sono differenze fra italiani e stranieri, tutti navigano. Mi sono reso conto che molti ragazzi navigano con il nome vero invece del nickname, il soprannome che in Internet permette di non divulgare a sconosciuti la propria identità. Anche le fotografie vengono fatte girare con troppa disinvoltura. Ho scoperto che alcuni condividono con i compagni la password di accesso. Ho cercato di farli ragionare sulle possibili conseguenze pericolose alle quali non avevano pensato perché tendono a fidarsi dei coetanei. Sono anche rimasto sorpreso dall’attenzione con la quale anche i più piccoli mi ascoltavano e per l’intelligenza delle domande».

Giorgio Malusardi di mestiere fa l’«evangelist», il diffusore di nuove tecnologie e software perché diventino di massa. «Non avevo mai parlato a dei bambini – racconta – ho dovuto cambiare linguaggio, esempi. Mi ero preparato un po’ ma ho scoperto che i più preparati erano loro! Ho cercato di fare uscire le loro esperienze e ho lavorato soprattutto sui meccanismi di autodifesa». I due tecnici hanno parlato anche con i genitori, spiegando i rischi che i ragazzi possono incontrare utilizzando il computer e navigando in rete e suggerito i possibili rimedi, ricorrendo anche alla propria esperienza di padri: ai piccoli il pc sì, ma caricato solo con giochi e attività vagliate dai genitori. Con i preadolescenti bisogna utilizzare il controllo, ma anche la responsabilizzazione, esattamente come per ogni altro aspetto dell’educazione.

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