Perché siamo invasi da mail sulla privacy?
Ecco il GDPR: cosa cambia per i cittadini

È entrato in vigore il GDPR, General Data Protection Regulation. La nuova normativa sulla protezione dei dati riguarda aziende, pubblica amministrazione, professionisti e ovviamente cittadini, che stanno ricevendo decine di mail dai servizi che gestiscono i loro dati. Ecco perché.

Alla mezzanotte di venerdì 25 maggio è entrato in vigore il General Data Protection Regulation, il GDPR, la nuova normativa che regola la gestione dei dati dei cittadini. Nelle scorse settimane se n’è sentito parlare soprattutto per l’applicazione a WhatsApp, che limitato l’utilizzo del servizio di messaggistica solo ai maggiori di 16 anni. Il nuovo regolamento porterà all’abrogazione dell’attuale Codice Privacy italiano, che risale all’era pre internet e quindi non è più attuale. Il GDPR infatti è stato studiato appositamente per rispondere all’esigenza di gestione e protezione dei dati alla luce dell’evoluzione tecnologica degli ultimi anni. L’obiettivo è la «tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati», cioè che ogni cittadino sia consapevole di quanti e quali dati personali ha concesso. Non solo: grazie alle nuove norme le aziende sono obbligate, su esplicita richiesta, a rilasciare una copia di tutti i dati di una determinata persona.

Le aziende hanno avuto tempo fino al 25 maggio per aggiornare i regolamenti sulla privacy e i sistemi che raccolgono e gestiscono i dati degli utenti. La mancata applicazione può costare, non poco: sono previste multe che possono arrivare fino a 16 milioni di euro.

Ecco in sintesi le principali novità

- Diritto all’oblio. Se i dati personali vengono utilizzati illecitamente si può fare richiesta di cancellazione. Questa norma si applica anche ai motori di ricerca.

- Consenso. La richiesta di utilizzo dei dati personali deve essere fatta in modo chiaro e fornendo vari informazioni tra cui il contatto del responsabile della protezioni dati. E’ per questo motivo che le caselle di posta negli ultimi giorni sono state invase da mail di richiesta trattamento dati.

- Revoca. E’ possibile revocare il proprio consenso in qualsiasi momento contattando il responsabile del trattamento dati.

- I minori che vogliono utilizzare servizi online avranno bisogno dell’autorizzazione dei genitori fino ai 16 anni (in alcuni Paesi questo limite sarà portato a 13 anni)

- Denunce. Nel caso in cui si ritenga che i propri diritti siano stati violati si può presentare una denuncia all’autorità nazionale che dovrà indagare e rispondere entro tre mesi.

- Multe. Le aziende responsabili di violazioni del regolamento potranno essere multate fino a un ammontare pari al 4% del loro fatturato, indipendentemente da dove si trova la loro sede legale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA