Più di 200 repliche dopo la prima scossa
«La situazione è ancora imprevedibile»

Sono state oltre 200 le repliche, alcune delle quali forti, che hanno seguito il terremoto di magnitudo 6.0 avvenuto alle 3,36 di mercoledì 24 agosto tra i Comuni di Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), in una delle zone italiane a sismicità elevata.

La situazione è in piena evoluzione, dicono dalla Sala Sismica gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e al momento è impossibile prevedere come la situazione potrà evolversi. Le scosse più violente, di magnitudo pari o superiore a 3, sono avvenute nelle prime tre ore dal terremoto principale.

La terra ha tremato più forte nella zona di Norcia (Perugia), prima con una scossa magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4,33, preceduta appena un minuto prima, alle 4,32, da una scossa di magnitudo 5.1. Nella notte e nelle prime ore del mattino si sono registrate anche cinque terremoti di magnitudo superiore a 4. La prima è avvenuta a Rieti alle 3,56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre nella zona di Rieti c’è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5,08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5,40. Nell’area di Perugia si è registrata una replica di magnitudo 4.1 alle 4,49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6,06. Una delle repliche più intense, di magnitudo 4.7, ha fatto tremare Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) poco prima delle 14 e in serata, alle 19,46, si è registrata nella zona di Rieti una scossa di magnitudo 4.4.

Proseguono intanto a decine anche le scosse di magnitudo inferiore, compresa fra magnitudo 2 e 3, e in linea di massima l’intensità delle repliche si va riducendo. Nonostante questo, secondo i sismologi dell’Ingv l’andamento della situazione è «imprevedibile», al momento è cioè impossibile «escludere scosse confrontabili a quella principale. L’andamento della magnitudo è andato calando nelle repliche osservate finora, ma è presto per trarre conclusioni», ha rilevato il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv.

«Al momento non si possono escludere scosse confrontabili alla principale perché siamo ancora nelle prime ore di una situazione in evoluzione, il cui andamento è imprevedibile», ha rilevato un altro sismologo dell’Ingv, Andrea Tertulliani. Potrà dire qualcosa in più l’analisi delle repliche, soprattutto quella della loro distribuzione. Inizialmente si sono distribuite attorno alla zona dell’epicentro.

«La scossa principale - ha aggiunto Amato - è al centro delle distribuzione delle repliche alle due estremità della faglia. Nell’arco delle prime 2-3 ore le più forti si sono concentrate ai bordi della zona colpita, in un raggio di 30 chilometri; nel pomeriggio si sono invece concentrate maggiormente a Nord. «Stiamo valutando - ha concluso Amato - se questi dati possano essere un indizio per capire come potrà evolvere la situazione».

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