Polli, dopo l’influenza in Asia aumentati i controlli preventivi

Cinque milioni e mezzo di capi fra galline ovaiole, tacchini, polli da carne e da riproduzione: sono i numeri che fotografano il settore avicolo della Bergamasca, tra i più importanti della Lombardia.

Ma sull’allevamento di questi animali grava oggi l’ombra dell’ultima emergenza sanitaria scoppiata nell’est asiatico, l’influenza dei polli.

Attualmente nella nostra provincia non si registra alcun focolaio di influenza aviaria, ovviamente non del ceppo che si registra oggi in Asia. «Gli ultimi - conferma Tino Consoli, direttore del Dipartimento di Veterinaria dell’Asl - li abbiamo avuti tra il gennaio e il maggio dello scorso anno negli allevamenti verso il Bresciano e verso il Cremonese». In quell’occasione furono abbattuti poco meno di un milione di animali. Oggi la situazione è sotto controllo e da quando si sono avute le prime avvisaglie dei problemi in Asia - assicura l’Asl - è stato rafforzato il monitoraggio della filiera avicola, peraltro già continuo attraverso una serie di esami periodici. Allo stato dei fatti - conferma sempre l’Asl - non c’è alcuna ragione per non mangiare polli, tacchini e gli altri avicoli. Una volta cotta la carne di questi animali non presenta alcun problema per la salute del consumatore.

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