Porto d’armi, 80 richieste in più
I bergamaschi in cerca di sicurezza

Aumenta la percezione di insicurezza fra la gente, salgono le richieste di porto d’armi per difesa personale.

Ma ottenere il permesso di detenere una Glock o una Beretta non è per nulla facile. E spesso la domanda è immotivata. Il diffuso senso di paura viaggia pari passo con i titoli di cronaca nera, alimenta dibattiti sulla criminalità (che ci si ostina a chiamarla micro) e sui mezzi di difesa legali e illegali.

Fatti eclatanti che rinfocolano da una parte un senso di impotenza della gente, dall’altra la spinta ad attrezzarsi in ogni modo per contrastare l’aggressore. Uno scenario inquietante che non fa dormire sonni tranquilli, non più solo a chi svolge professioni tendenzialmente più a rischio (gioiellieri, benzinai, tabaccai ecc ecc.) ma più spesso alla gente comune.

Lo scorso 2014 sono state 360 le richieste di porto d’armi per difesa personale presentate agli uffici della Prefettura di Bergamo: un dato di per sé non molto significativo, ma che se raffrontato al 2013 fa scattare un campanello d’allarme, in quanto nei dodici mesi precedenti erano state 280 le richieste.

Al vertice di un’ipotetica classifica vi sono artigiani e imprenditori, titolari di cariche societarie, poi commercianti, gioiellieri e orefici.

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