Presto la stretta sui call center esteri
Si potrà sfuggire alle chiamate moleste

Dal prossimo aprile si potrà scegliere se parlare con un call center italiano oppure con un estero.

I cambiamenti sono contenuti nella normativa approvata con la legge di Bilancio e impone alle aziende di avvisare «preliminarmente sul Paese in cui l’operatore è fisicamente collocato» e di mettere a disposizione un operatore dall’Italia — o da un altro Paese dell’Unione europea, per non violare il principio di non discriminazione — garantendo l’«immediata disponibilità nell’ambito della medesima chiamata».

La norma vale per tutti, anche per le aziende che hanno già spostato tutte le sedi all’estero. E se non si adeguano possono incorrere in sanzioni da 50 mila euro a giornata. Con queste modifiche potrebbe sbloccarsi anche l’iter del disegno di legge contro il «telemarketing selvaggio». Attualmente il registro delle opposizioni conta 1.515.000 numeri, che rappresentano circa un decimo rispetto ai 13 milioni di utenti del fisso. Ma non sembra funzionare bene, come emerso durante un’audizione del Garante della Privacy al Senato. Il primo motivo è che si possono iscrivere soltanto numeri fissi e non quelli dei cellulari. E in più i call center devono pagare per consultare il registro e sapere chi non devono chiamare. Negli ultimi cinque anni il Garante ha ricevuto oltre 25 mila segnalazioni (di cui 13 mila oggetto di istruttoria) e ha contestato seimila «casi di molestie», per un valore complessivo di 7,8 milioni di euro.

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