Processo Gatti, parlano i testimoni

Seconda udienza al processo nei confronti di Guglielmo Gatti, il nipote accusato dell’omicidio degli zii, i coniugi Aldo e Luisa Donegani, uccisi nell’estate 2005 e poi fatti a pezzi. Davanti alla corte d’Assise di Brescia sono sfilati alcuni dei 90 testimoni chiamati a deporre. Alcuni di loro hanno raccontato del forte odore di candeggina che si sentiva nei pressi del garage dei coniugi Donegani e di quello di Guglielmo Gatti, altri hanno detto che il nipote si aggirava di notte vicino al garage e di aver i rumori uditi sempre di notte, come di qualcosa che si stesse trascinando.I primi ad essere interrogati sono stati i carabinieri che il 2 agosto del 2005 ricevettero la denuncia di scomparsa e che si occuparono quindi delle prime fasi delle indagini. La corte ha poi ascoltato Luciano de Leo, residente a Castelfidardo (Ancona), nipote della zia Luisa de Leo, cugino di primo grado di Gatti, colui che ha messo in moto la macchina investigava. La mattina del 1° agosto del 2005 arrivò in via Ugolini, e suonò al campanello dell’abitazione in cui vivevano gli zii Aldo e Luisa, perchè da loro era atteso. Ma nessuno rispose. Michele de Leo ha raccontato del forte odore di candeggina che si sentiva davanti al garage degli zii e a quello, vicino, di Guglielmo Gatti. Insospettito, riuscì ad aprire il garage degli zii, ma all’interno l’odore non era così forte. Segno che proveniva dal garage di Gatti. Secondo l’accusa, Gatti potrebbe aver cercato di ripulirlo dal sangue, utilizzando appunto candeggina. Macchie sui pantaloni dell’imputato, con scoloriture simili a quelle provocate dalla candeggina, furono viste da un’altra testimone ascoltata al processo. La difesa ha puntualizzato che De Leo parlò della candeggina solo dopo l’arresto di Gatti.(07/10/2006)

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