Punto nascite, on line una petizione:
«Cosi si uccidono le nostre montagne»

Il prossimo 31 dicembre il punto nascita dell’ospedale di San Giovanni Bianco chiuderà i battenti. On line una petizione contro la decisione.

Lo ha deciso la Giunta regionale a vantaggio, a detta della stessa Regione, «di un incremento dei livelli di sicurezza per mamme e neonati, ma anche per migliorare la qualità e l’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita».

Il piano riorganizzativo dei punti nascita interessa le Aziende Ospedaliere di Treviglio, Lecco e Melegnano e attua le linee di indirizzo nazionali del 16 dicembre 2010, con le quali si stabiliscono razionalizzazione e ottimizzazione dei punti nascita con particolare attenzione a quelli che fanno registrare annualmente non più di cinquecento parti. È il caso dell’ospedale di San Giovanni Bianco, dove dal 2011 al 2013 si è registrata una diminuzione del numero dei parti: nel 2011 sono stati 216, 180 nel 2012 e 162 l’anno scorso. In particolare nel 2013 sono stati 313 i nuovi nati residenti nei Comuni della Valle Brembana (più altri 200 circa se consideriamo la Valle Imagna) che fanno territorialmente riferimento all’ospedale di San Giovanni Bianco. Ma solo 162 le famiglie che hanno scelto questa struttura. Con la delibera approvata ieri dalla Giunta regionale si è dato via libera alla riorganizzazione del percorso nascita dell’ospedale e nel contempo si è dato mandato all’Azienda ospedaliera di Treviglio di procedere agli adeguamenti organizzativi e strutturali previsti.

L’annuncio è stato fatto anche dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Cesare Ercole, che è entrato nello specifico della riorganizzazione: «Si tratta di un’operazione che non è stata decisa dal sottoscritto, ma seguendo le linee guida nazionali, quindi se qualcuno pensa che io abbia la facoltà di chiudere reparti si sbaglia. Ho volutamente avuto una posizione di stallo in questo periodo, in attesa dell’ufficializzazione di chiusura della sala parto, perché attendevo la delibera di Giunta ora arrivata con una riorganizzazione che porta comunque benefici all’ospedale di San Giovanni Bianco, caratterizzato dal potenziamento del servizio di anestesia e rianimazione per consentire di far fronte, anche in territorio di montagna, alle emergenze. Sarà reso anche più sicuro il pronto soccorso con la previsione di un affiancamento 24 ore di un anestesista al medico di turno».

Nell’ambito della riorganizzazione rientrano altri potenziamenti: «Quello dell’offerta dei servizi ambulatoriali per la diagnostica in gravidanza, con l’ecografia ostetrica e ginecologica e la diagnosi preventiva in ambito ginecologico. Infine – ha detto Cesare Ercole – l’ospedale montano registrerà un potenziamento della diagnostica invasiva e della piccola chirurgia ginecologica».

La riorganizzazione è stata così commentata dall’assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani: «Per garantire più sicurezza nel percorso nascita ci sono alcune condizioni fondamentali, sicurezza che non dipende esclusivamente dalla disponibilità di tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto dall’esperienza di chi le utilizza. E come Regione Lombardia noi intendiamo garantire proprio la massima sicurezza alle famiglie».

Ma la questione sta creando polemiche ed è già attiva una raccolta firma per potenziare invece il centro nascite: «Nella battaglia molto spesso si rimane soli, questo è il risultato del continuo denigrare l’ospedale di S.Giovanni Bianco volendolo magari afferire a Bergamo, oppure avendo una visone dei costi focalizzata sulla bassa bergamasca togliendo risorse, servizi e stabilità al nostro ospedale di montagna» si legge sulla pagina della petizione.

«Un ospedale della Valle che è un servizio ma è anche un riconoscimento a chi vive un territorio molto ampio. Per vivere e combattere lo spopolamento bisogna che ci sia un punto di riferimento abbastanza vicino, ancora molti bimbi nascono a San Giovanni Bianco anche il mio ultimo bimbo vi è nato, il reparto ed i pediatri sono fantastici, i numeri dicono che non si rispetta la direttiva nazionale, questo ospedale deve rimanere un punto di riferimento importante per chi vive la Valle Brembana anche in deroga ai numeri che ci impongono. Se si vuole dare un futuro e non pensare di dovere solo chiudere, manteniamo aperto e potenziamo il punto nascita dell’ospedale di San Giovanni Bianco» conclude il messaggio.

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