Reati nel ciclo dei rifiuti, Lombardia 4a
Bergamo maglia nera: ha più infrazioni

La Lombardia fa un balzo in avanti in una classifica, però, tutt’altro che lusinghiera: quella nazionale dei reati nel ciclo dei rifiuti, dove passa dalla sesta alla quarta posizione (dietro a Campania, Puglia e Calabria).

Ottavo posto in Italia, invece, in quella sul ciclo del cemento. E, in generale, nono posto nella classifica dell’illegalità ambientale.È il quadro che emerge dal rapporto annuale di Legambiente «Ecomafia», su dati del 2013, presentato giovedì 15 gennaio a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.

In Lombardia, nel 2013, sono stati 1.268 i reati accertati contro l’ambiente, 1.085 le persone denunciate e 339 i sequestri effettuati. Alto il numero di arresti: 24, un numero più basso solo di quello registrato in Campania e Puglia. Inoltre, la regione è la prima tra quelle del Nord nella classifica nazionale del ciclo illegale del cemento, con 341 persone denunciate e 265 infrazioni accertate. Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, invece, il report fotografa 448 infrazioni (il 7,8% del totale nazionale), 376 denunciati e 114 sequestri.

Tra le province lombarde, è Bergamo quella con più infrazioni (128), seguita da Milano (72), Cremona (63) e Monza (60). Inoltre, da Legambiente sottolineano le 66 inchieste che hanno riguardato i grandi traffici di rifiuti sul territorio lombardo dal 2002 ad oggi sulle 237 totali in Italia (il 27,8%) e il caso di Sedriano, Comune nel Milanese, sciolto per mafia.

«La Lombardia è sempre più sotto scacco da parte delle cosche e delle ecomafie - afferma Sergio Cannavò, responsabile Ambiente e legalità di Legambiente Lombardia - che trafficano e fanno affari ai danni dell’ambiente e del territorio, spesso con la complicità di colletti bianchi e di pubblici amministratori». Una lotta, quella contro le ecomafie, giudicata «impari, con armi completamente spuntate» aggiunge, ricordando la proposta di legge che introduce i delitti contro l’ambiente nel codice penale «che giace da quasi un anno in Senato e già approvata a larga maggioranza dalla Camera».

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