Riordino delle Comunità montane
La Val di Scalve resta autonoma

Stravolgimento per le Comunità montane della Bergamasca. La Val Seriana inferiore e quella superiore saranno accorpate in un’unica comunità montana, la Val Cavallina sarà accorpata nella comunità dell’Alto e Basso Sebino mentre la Val di Scalve resta una comunità montana autonoma così come la Val San Martino resta una comunità mista tra Bergamo e Lecco.Sono dunque queste le principali modifiche con cui il Consiglio regionale ha approvato il documento con l’elenco delle zone omogenee delle comunità montane, allegato alla legge regionale di riordino, approvata lo scorso giugno.  L’atto di attuazione della normativa, che manterrà a 23 il numero delle comunità montane in Lombardia, rivede quindi la situazione in provincia di Bergamo, su cui sono state sollevate in aula le principali perplessità. In particolare è stato presentato un emendamento, firmato da Pietro Macconi (An), Luca Gaffuri (Pd), Marcello Saponaro (Verdi) e Giuseppe Benigni (Pd) in cui si chiede l’accorpamento di due comunità montane del Comasco per separare in due comunità distinte la Val Seriana inferiore da quella superiore, che insistono su un territorio dove abitano oltre 140 mila persone: l’emendamento è stato però bocciato (28 sì, 37 no e 1 astensione). Voto contrario (29 sì, 38 no) anche all’emendamento presentato da Stefano Galli, capogruppo della Lega Nord, per chiedere lo spostamento nella zona omogenea della Valle Imagna i comuni di Caprino, Cisano Bergamasco, Pontida, Calolzio e Torre De Busi. «La soluzione individuata è migliore rispetto a quella precedente perché salva la Val di Scalve. Rimane un po’ di amaro in bocca perché non si è riusciti a garantire l’autonomia dell’Alta Val Seriana - ha invece dichiarato Carlo Saffioti, presidente del Comitato lombardo per la montagna della Regione Lombardia -: d’altra parte solo 5 erano le comunità montane previste per la nostra provincia. Ci impegneremo affinché i finanziamenti e i servizi siano garantiti con l’auspicio che il governo riveda i criteri di classificazione per la definizione di comune montano».Voto positivo all’ultimo assetto di riordino delle comunità montane è arrivato poi dal Pd, secondo cui «la territorializzazione attuale è migliore - ha detto Giuseppe Benigni - e più omogenea rispetto a quella adottata con l’approvazione della legge regionale». Ma Benigni ha insistito sulla necessità di «rivedere i criteri di montanità» e per questo ha lanciato un appello alla Regione Lombardia affinchè «in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni chieda al Governo di rivedere questi parametri». Questa proposta è stata oggetto di un ordine del giorno votato all’unanimità.(28/10/2008)

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