Ritardi sulla linea Fs Milano-Bergamo Fioccano le proteste dei pendolari

La serata da incubo che giovedì scorso ha coinvolto oltre 200 pendolari, bloccati per un guasto sulla linea Milano-Bergamo (un locomotore ha tranciato un cavo) con ritardi fino a tre ore sulle tabelle di marcia, ha finito per scatenare l’indignazione dei viaggiatori, che nei giorni scorsi hanno tempestato la redazione de L’Eco di Bergamo di mail e telefonate, dando libero sfogo a una situazione ormai cronica, che nonostante qualche segnale di ripresa nei mesi scorsi, continua ancora ad avere pesanti ricadute sui tempi (e sul morale) dei passeggeri. «La caduta della linea giovedì sera - scrive Lucia Roggero .-nè stata solo una delle tante esperienze negative toccata ai pendolari bergamaschi negli ultimi mesi (o anni, se preferite). È a noi che toccano le carrozze più infami, le attese più snervanti, i viaggi più difficili per condizioni (aria condizionata non funzionante, riscaldamento optional in gennaio, porte che dovrebbero aprirsi e restano chiuse o viceversa, viaggi in piedi, ritardi cronici...). Non credo che nessuno di noi si aspetti treni nuovi di zecca nel giro di un mese. Quello che vogliamo è subito maggior rispetto».

Salvatore Vassallo del Comitato pendolari bergamaschi, che tornava da un colloquio a Milano con Trenitalia sui disagi, torna sulla vicenda: «Aldilà della causa prima del disagio (la caduta della linea aerea) mi domando se sia possibile che Trenitalia abbia questa gestione delle emergenze (che sono così frequenti da permettere la creazione di appositi corsi di aggiornamento per il personale). Mi domando se il fornire informazioni dettagliate e puntuali sia un’opzione lasciata alla buona volontà del personale o alle pressanti richieste dei viaggiatori o non sia piuttosto un preciso dovere. Alla stazione di Treviglio gli animi erano esacerbati e solo per poco non si è assistito a forme di protesta molto dure».

(18/06/2005)

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