Riuniti: mamma in coma, rinviato il processo

E’ stato rinviato al 22 maggio, per un errore procedurale nella notifica, il processo penale contro due primari, un anestesista e un tecnico dei Riuniti

I parenti della donna entrata in coma agli Ospedali Riuniti di Bergamo per aver respirato azoto puro durante un intervento di routine (un raschiamento dopo un parto) hanno avviato una causa civile per un risarcimento di 14 milioni di euro. L’azione è rivolta contro due primari, un anestesista e un tecnico dei Riuniti. ieri la giovane mamma aveva compiuto 31 anni al Don Orione dov’è ricoverata da tre anni in coma vigile.A presentare la maxi-richiesta è stato il marito: la donna aveva 23 anni quando il 15 marzo del 2000 è entrata in stato di coma vigile. Pochi giorni dopo la nascita dello primo figlio era stata ricoverata per un piccolo intervento dal quale però non si è più ripresa. I risultati di una perizia dicono che per errore le venne fatto respirare azoto puro, anzichè una miscela di azoto e ossigeno: il marito ha finora ottenuto un acconto di 250 milioni di lire dalla compagnia di assicurazioni, e ha così deciso di promuovere un’azione civile in coincidenza con l’inizio del processo.

Il pm ha citato a giudizio per lesioni gravissime l’anestesista, il primario anestesista e un tecnico, che in istruttoria hanno respinto le contestazioni dell’accusa. Per la causa civile la citazione è stata estesa anche al primario di ginecologia, non coinvolto nel procedimento penale.

(08/04/2003)

Su L’Eco di Bergamo del 09/04/03

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