Sciolto per mafia il Comune di Brescello
È il paese di Don Camillo e Peppone

Il Comune di Brescello, celebre soprattutto per essere il paese di Don Camillo e Peppone, è stato sciolto dal Consiglio dei ministri per “infiltrazioni mafiose”.

L’amministrazione comunale era finita nei guai a gennaio del 2015, quando dalle carte dell’inchiesta Aemilia (è in corso il processo che vede alla sbarra complessivamente oltre 230 imputati) erano affiorati gli interessi della cosca di ‘ndrangheta dei Grande Aracri nel settore degli appalti pubblici e delle immobiliari riferibili a diversi comuni, tra cui proprio Brescello. La decisione – annunciata da un comunicato della Lega Nord Emilia-Romagna – è stata presa dal Consiglio dei ministri che si è riunito mercoledì mattina 20 aprile.

«10 anni di lavoro della Lega Nord hanno portato ad una grande vittoria: lo scioglimento per mafia del comune di Brescello. Siamo stati i primi infatti a denunciare infiltrazioni mafiose nel comune e nonostante le forti intimidazioni non ci siamo fermati e abbiamo restituito le istituzioni al servizio dei cittadini e non delle cosche della ’ndrangheta - spiega il deputato della Lega Nord Guido Guidesi presente anche alla manifestazione a Brescello contro le mafie dello scorso gennaio -. Oggi siamo pronti a continuare a portare avanti le istanze di legalità e giustizia, aiutando le autorità competenti a debellare qualsiasi fenomeno mafioso persistente. La Lega Nord - conclude Guidesi - è in prima fila per restituire ai cittadini una città e un territorio libero dalle mafie e dalla criminalità».

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